CHIESTA LA CHIUSURA DEL COVA DI VIGGIANO! DOPO L’INCIDENTE “RILEVANTE” EMERGONO ALTRI DATI SCONCERTANTI

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Movimento Spontaneo di cittadini Italiani Onlus “Nuovo Senso Civico” riguardante la pericolosità del petrolio estratto presso il centro olio Eni di Viggiano (PZ):

“Nel Piano di Emergenza Esterno del Cova l’ENI classifica da anni il petrolio grezzo a Viggiano nelle seguenti categorie di rischio:

  • R45: può provocare il cancro;
  • H350: può provocare il cancro;
  • H304: può essere letale in caso di ingestione e penetrazione nelle vie respiratorie.

Al contrario di quanto dichiarato dalla Regione nella confusa conferenza stampa di martedì scorso, quindi, la pericolosità del greggio per l’organismo umano era stata dichiarata da ENI ed era da tempo evidenziata con chiarezza nei documenti ufficiali disponibili anche per il pubblico da anni in ottemperanza alla Direttiva comunitaria Seveso Ter sugli impianti classificati a rischio di incidente rilevante (oggi recepita in Italia con il D.lgs.105/2015).

Per quanto riguarda il rischio per la salute umana, i rischi connessi agli impianti di Taranto e di Viggiano sono del tutto uguali: il greggio è cancerogeno da una parte e dall’altra!

L’unica differenza nella classificazione del greggio tra Taranto e Viggiano riguarda il livello di rischio per l’ambiente acquatico:

  • Taranto è “H411: Tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata”,
  • Viggiano è “H412: Nocivo per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata“.

Il Ministero dell’Ambiente con la sua recente nota ha rilevato questa incongruenza.

Per chiarezza, poichè noi facciamo riferimento ai documenti ufficiali, poniamo a confronto l’estratto del Piano di Emergenza Esterno del COVA approvato nel 2014 e disponibile online sul sito della Prefettura di Potenza e le categorie di rischio del greggio di Taranto riportate nella lettera del Ministero.

In realtà, quindi, la classificazione di quanto avvenuto al COVA di Viggiano quale “incidente rilevante” era del tutto pacifica da subito visto che bastava consultare il Piano di Emergenza Esterno. Tanto è vero che noi avevamo evidenziato la necessità di tener conto della Seveso Ter fin dall’esposto di fine Aprile a partire dall’obbligo di notifica. Anche altre associazioni da mesi avevano chiarito la necessità di applicare quanto prevede la Direttiva Seveso.

A parte la specifica relativa al livello di pericolosità per l’ambiente del greggio, la classificazione di pericolo per la salute umana di questa sostanza assegnata secondo il Piano di Emergenza Esterno, le quantità presenti nell’impianto e quelle sversate nell’ambiente, rendono del tutto evidente che la perdita di almeno 400 tonnellate di petrolio a Viggiano rientra pienamente nella definizione di incidente rilevante.

A tal proposito, facciamo notare che per la notifica alla Commissione Europea basta un danno rilevante esteso su 1 ettaro prendendo in considerazione la falda.

Poichè il benzene è stato ritrovato nei piezometri con valori di migliaia di volte le Concentrazioni Soglia di Contaminazione anche all’esterno del COVA, riteniamo che la questione fosse chiara da tempo.

Crediamo che l’intervento della Regione e degli organismi di controllo regionali, come abbiamo potuto rilevare dall’audio della conferenza stampa, abbia solo prodotto una certa confusione, facendo quasi sembrare che finora il greggio di Viggiano fosse considerato finora pericoloso solo per gli aspetti ambientali.

Bastava leggere, richiamare e divulgare il Piano di Emergenza Esterno per chiarire a tutti di cosa stiamo parlando.

Lo facciamo noi. Invitiamo a confrontarsi sui documenti ufficiali e a provvedere ad una comunicazione lineare ai cittadini.

Qualsiasi attività amministrativa che riguarda Viggiano da anni deve (dovrebbe) deve tener conto anche dei pericoli per la salute umana posti dalle sostanze usate al COVA.

Certamente non si può “cascare dal pero” davanti a documenti ben noti. Ovviamente noi stiamo predisponendo ulteriore documentazione su quelle che appaiono come criticità rispetto ad alcune delle procedure attivate, da inviare agli organi inquirenti e a tutte le amministrazioni a vario titolo coinvolte.

In generale, comunque, tenendo anche conto che il COVA “incombe” sul più grande serbatoio di acqua del centro-sud che disseta 4 milioni di persone, considerata la pesantissima contaminazione rilevata nei terreni e nella falda attorno al centro Oli (notevole la recente precisazione di ENI relativa al fatto di non aver inquinato falde idropotabili, come se si potesse inquinare la falda dove non ci sono pozzi di acqua potabile…) riteniamo del tutto inaccettabile continuare a correre questi rischi visto che a Viggiano si passa ormai dai sequestri agli incidenti rilevanti: si chiuda l’impianto definitivamente e si esca dall’oscurità del tunnel del petrolio.”