IN BASILICATA “FINGONO DI SBAGLIARE UTENTE PER PROPORRE OFFERTE”: QUESTO IL NUOVO METODO

Il telemarketing aggressivo è un fenomeno che sta prendendo sempre più piede in Basilicata, irrompendo violentemente nella tranquillità nostre abitazioni.

L’ADOC (Associazione Difesa Orientamento Consumatori) sta ricevendo, in questi giorni, un numero sempre crescente di segnalazioni in merito ad una nuova espressione della diffusa pratica: l’operatore, ad inizio chiamata, sbaglia sistematicamente e volontariamente il nome dell’intestatario dell’utenza per poi proporre offerte, bypassando anche l’iscrizione al Registro delle Opposizioni.

Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc, commenta questa assillante consuetudine e afferma:

“Alcuni consumatori ci hanno segnalato di aver ricevuto, nell’arco di una settimana, anche 20 telefonate da parte dello stesso operatore, diverso da quello con cui si è stipulato il contratto, tutte indicando un nominativo sbagliato e sempre diverso ad inizio chiamata, con seguente offerta promozionale, nonostante la contestazione dell’utente, sia in ordine al nominativo, sia in merito all’iscrizione della linea telefonica nel Registro delle Opposizioni.

Al momento, il fenomeno, a quanto ci risulta, è circoscritto alla telefonia fissa, sia per le vecchie utenze che per le utenze attivate di recente.

E risulta particolarmente odioso, in quanto gli operatori si fanno beffa dell’utente, trincerandosi dietro un presunto errore di nominativo, ma con l’unico fine di proporre offerte in modo aggressivo.

E, in questo modo, gli operatori aggirano anche i limiti imposti dall’iscrizione della linea nel Registro delle Opposizioni.

Il fenomeno del telemarketing selvaggio e molesto è proliferato e assume sempre nuove forme: oggi un consumatore che sia intestatario di utenze, titolare di conti corrente o che abbia richiesto preventivi online, riceve in media dai 10 ai 15 contatti commerciali a settimana.

Di questi, il 90% è composto da chiamate, il restante 10% da sms.

Inoltre, risulta particolarmente odioso il fenomeno del recalling: il 70% dei consumatori riceve chiamate dallo stesso operatore, anche se risponde e si dichiara non interessato all’offerta.

Si possono ricevere anche 5-7 chiamate settimanali dallo stesso operatore”.

Modalità per difendersi? Tascini accorre ancora una volta in soccorso, rendendo noto che:

“L’unico strumento che ad oggi consente al consumatore di “difendersi” dalle offerte commerciali indesiderate, è il Registro delle Opposizioni.

Ma è uno strumento spuntato e limitato, nonostante la recente riforma che ne ha allargato il raggio di operatività.

Il RUC sarebbe stato un nuovo strumento a tutela dei consumatori contro il marketing aggressivo e l’abuso dei dati personali, costituito da un database con l’elenco di tutti i trattamenti dei dati personali dei cittadini, raccolti dalle imprese per finalità di marketing.

I consumatori avrebbero potuto accedere a tutti i trattamenti attivi ed esercitare selettivamente, su propria scelta e in qualunque momento, la revoca del consenso.

E conoscendo – di fatto – quali siano i soggetti a cui, nel tempo, abbia concesso tale diritto, verificare con facilità se le telefonate, le email, gli sms e tutte le sollecitazioni commerciali pervenute da sconosciuti siano legittime o illegittime.

Il cittadino riconquisterebbe così il suo diritto al consenso, mentre le imprese ritroverebbero lo spazio per un mercato più libero, sano e concorrenziale.

Una riforma ad alto impatto etico e sociale, che restituisce a tutti dignità, tutele ed opportunità.”

Avete mai avuto esperienze simili?