POTENZA: MAFIA E GIOCO D’AZZARDO. PATRIZIA LANCIA UN APPELLO

Patrizia Gerardi, di Civica Popolare-Idv, prosegue la sua battaglia contro il gioco d’azzardo.

Questa volta si espone in accordo con l’appello che Don Marcello Cozzi, presidente di una fondazione antiusura, ha fatto nei confronti delle Associazioni di sostegno ai giocatori di azzardo e di diverse Amministrazioni comunali.

Don Cozzi ha chiesto loro di costituirsi parte civile nel processo contro la mafia del gioco d’azzardo che è in fase preliminare presso il Tribunale di Potenza, a seguito di quanto emerso dall’inchiesta “Ndrangames”.

Questa la dichiarazione di Gerardi:

“Raccogliamo l’appello della Fondazione Antiusura Interesse Uomo, lanciato attraverso il presidente Don Marcello Cozzi, in continuità con il nostro impegno per contrastare il gioco d’azzardo, ad intensificare ogni iniziativa utile insieme alle associazioni di sostegno ai giocatori di azzardo, alcune delle quali hanno già collaborato con noi”.

L’esponente di Civica Popolare-Idv fa cenno, inoltre, alla proposta di legge, promossa da Italia dei valori, di iniziativa popolare, sottoscritta da oltre 100 mila cittadini e depositata in Parlamento.

In Basilicata sono state raccolte circa 3 mila firme attraverso i numerosi banchetti realizzati nei due capoluoghi e in centri piccoli e grandi del Potentino e del Materano, proprio per sostenere tale progetto, che prevede il divieto assoluto dell’organizzazione dell’azzardo.

Gerardi aggiunge:

“Ha ragione don Marcello quando dice che, al di là delle statistiche, non sapremo mai quante famiglie sono coinvolte.

Per ora possiamo avvalerci di una ricerca del CNR secondo la quale, con una spesa di poco inferiore ai 500 milioni di euro nel 2015, la ludopatia anche in Basilicata è un fenomeno sempre più preoccupante, specie per il coinvolgimento di giovanissimi.

In proposito, i dati della ricerca considerano circa il 20% di giovani coinvolti nel gioco d’azzardo, con una particolare pericolosità di quello online che sfugge al controllo degli adulti.

Pur essendosi registrato nel 2016 un calo del numero dei giovani tra i 15 e i 19 anni che giocano d’azzardo, passati dal 47% negli anni 2009-2011 a meno del 40%, pari a circa un milione di adolescenti, calo che mostra la validità delle azioni di prevenzione messe in campo, non si deve abbassare la guardia, anche perché dei ragazzi che giocano molti sono minorenni.

Resta alta l’attenzione per il gioco d’azzardo via web, praticato in solitudine e senza il controllo degli adulti.

Ma lo Stato non interviene in maniera efficace, perché non vuole privarsi della misera tassa sulla disperazione che da esso ricava, avendo negli ultimi vent’anni tutti i governi aumentato il numero dei giochi e delle scommesse legalizzate.

Le entrate, però, sono abbondantemente compensate dalle spese sociali, restando in piedi la distruzione delle persone e in particolare dei giovani”.