RAI 1 DEDICA UN’INTERA PUNTATA AL PETROLIO LUCANO: CONFRONTO TRA ENI, CITTADINI E ISTITUZIONI

Ieri sera su Rai 1 durante la prima puntata della trasmissione “Petrolio” si è parlato di greggio: l’emblema della ricchezza “che se non saputo usare può provocare seri danni”.

Il conduttore Duilio Giammaria ha aperto la puntata dicendo:

“Il giacimento più grande d’Europa sulla terraferma è in Basilicata diventata il Texas d’Italia.

Non sempre però quest’oro nero luccica”.

La trasmissione ha dedicato un reportage girato in Val d’Agri facendo un riepilogo sulla storia del petrolio in Basilicata con occhio particolare alla vicenda del centro olio Eni di Viggiano.

Si è parlato dello sversamento, delle varie sospensioni all’impianto e dell’inchiesta.

Intervistato il sindaco di Viggiano, Amedeo Cicala,  la Dott.ssa Albina Colella, ordinario di geologia all’Unibas, Achille Palma, dirigente Arpab.

Si è parlato dalla sfiducia del popolo e delle associazione ambientaliste contro gli enti di controllo.

In studio Walter Rizzi, responsabile del progetto Basilicata per l’Eni al quale è stato chiesto di esprimersi sullo sversamento di  400 tonnellate di greggio.

Si è parlato dei dati VIS appena pubblicati in cui si evince che a Viggiano e Grumento Nova (i centri più vicini al centro olio) sono aumentate le persone che si ammalano di malattie respiratorie.

In collegamento telefonico il dott. Bianchi che ha condotto gli studi sulla Vis che ha confermato i dati riportati dallo studio VIS, evidenziando l’aumento di mortalità e ospedalizzazione da parte dei cittadini dei due comuni della Val d’Agri.

Per Bianchi bisogna mettere al sicuro la salute dei cittadini e lavorare sulle situazioni di rischio, perché “li la gente è spaventata e stressata per cui anche dal punto di vista psicologico bisogna fare un grande lavoro”.

Rizzi rigetta tutte le accuse di obsolescenza sputate control’Eni perché “l’impianto è tra i migliori dal punto di vista tecnologico”.

Nel reportage si è parlato anche dell’occupazione che il petrolio ha portato alla Basilicata: i lavoratori sono preoccupati perché metà della manodopera arriva da fuori regione mentre quella locale e collocata con un profilo professionale basso e contratti precari.

La gente del posto intervistata ha notato che non c’è stato alcuno sviluppo per l’area.

A questo si aggiunge anche il fenomeno migratorio perchè i cittadini stanchi e spaventati vanno via.

Rizzi tira in ballo la storia delle royalties dicendo che dal 1998 ad oggi hanno versato alla Regione Basilicata quasi 2 miliardi circa di euro.

Sempre Rizzi controbatte anche sull’aumento del turismo in Val d’Agri.

L’inviata ha intervistato Giuseppe Teti, magistrato revisore  della Corte dei Conti che ha curato l’indagine sull’utilizzo del tesoro arrivato in Regione grazie al petrolio.

Ma Teti ha parlato di un bilancio negativo perché i soldi sono arrivati ma non sono stati saputi amministrare soprattutto in termine di infrastrutture.

Cicala ha spiegato che “la Regione ha investito in derivati ed oggi ha una perdita di quasi 40 milioni di euro delle nostre royalties”.

Invitato un economo esperto e qualificato e portato in studio l’esempio della Norvegia, si è parlato anche di gasolio di contrabbando e infiltrazioni mafiose in Italia per l’evasione delle accise.