Prezzi carburante: governo proroga gli sconti ma i benzinai insorgono. I dettagli

Gli sconti su bollette luce, gas e carburante sono stati prorogati per altri tre mesi dal governo mettendo a disposizione altri 3,27 miliardi.

E’ però il prezzo del carburante che preoccupa davvero i cittadini che continuano a registrare soglie che non fanno che aumentare.

Come riporta Today:

“Come è noto lo sconto su benzina e gasolio scade il prossimo 8 Luglio ed è intenzione del governo rinnovarlo.

Non solo.

Forse, visto l’attuale livello dei prezzi dei carburanti, che da giorni hanno ampiamente superato di nuovo la soglia psicologica dei 2 euro al litro, si sta ragionando sulla possibilità di portare lo sconto dai 30,5 centesimi di oggi (25 centesimi più 5,5 centesimi di IVA, fissata al 22%) a 35.

Non è chiaro se la conferma o l’aumento del taglio delle accise sarà in vigore per altri due mesi, quindi dall’8 Luglio all’8 Settembre (mossa che andrebbe quindi a coprire tutta l’estate), oppure solo fino al weekend prima di Ferragosto.

Sembra difficile pensare che si arriverà a una decisione dal cortissimo respiro che, nel cuore di agosto, potrebbe far decollare all’improvviso i prezzi della benzina con milioni di italiani in viaggio.

‘I prezzi dei carburanti continuano a correre, nonostante il taglio delle accise sia ancora attivo (-30,5 cent al litro fino all`8 luglio, con probabile proroga) e l’Opec+ abbia annunciato l’incremento della produzione.

A condizionare il mercato è il fenomeno speculativo a livello internazionale, che spinge sopra i 2 euro al litro i carburanti, con ripercussioni pesantissime per i consumatori e insostenibili per i gestori che vedono diminuire progressivamente la propria redditività, scesa all’1,5%, a fronte dell’esplosione dei costi di gestione’.

Lo afferma la Faib Confesercenti secondo la quale:

‘Ancora poche settimane e il settore rischia il collasso.

L’Italia deve porre con urgenza in sede europea un argine alla speculazione internazionale e imporre un tetto ai prezzi d’acquisto di carburanti e gas.

In un mercato globalizzato una scelta nazionale potrebbe determinare carenze di approvvigionamenti, costi insopportabili e conseguenze gestionali imponderabili.

Fa arrabbiare l’accanimento rivolto dalle autorità verso i prezzi praticati dai gestori che di fatto sono imposti dalle aziende fornitrici, e osservare che traders acquistano e vendono – indisturbati – titoli petroliferi e realizzano ingenti guadagni facendo innalzare i prezzi; allo stesso tempo appare oggi insostenibile la gestione della rete carburanti fondata sul doppio prezzo in self e servito, quando quest’ultimo, ad accisa piena, sarebbe oltre i 2,5 euro al litro.

In questo scenario il modello italiano rischia di saltare, con conseguenze pesantissime per la filiera e i consumatori: è perciò necessario ridiscutere gli Accordi e prevedere clausole di salvaguardia per le gestioni.

In un quadro così drammatico per le gestioni è inconcepibile che il Governo scarichi sui gestori il costo del taglio delle accise, anticipato per circa un centinaio di milioni di euro.

Mentre gli speculatori si arricchiscono, ai gestori viene fatto pagare un conto ingiustificato e insopportabile.

Il Governo Draghi mentre pensa alla proroga del taglio, e a probabili nuovi interventi rafforzativi, metta mano all’immediato risarcimento economico dell’anticipazione pagata dai gestori al momento del taglio sulle giacenze dei prodotti ad accise assolta e sia adottata una norma che stabilisca in modo strutturale, in caso di aumenti anomali, l’accisa mobile, con meccanismi di recupero automatico.

I Gestori, già in stato di mobilitazione, hanno saputo assicurare un confronto dialogante e costruttivo nella difficile fase critica del paese.

Il caro benzina però non può essere scaricato sull’anello più debole e più malpagato della filiera.

Il governo sappia che le proteste sono già in atto e che in assenza di rimborsi per le anticipazioni effettuate sono pronti allo sciopero e alla chiusura dei distributori‘.

Se la chiusura dei distributori coincidesse con l’esodo estivo, la situazione rischia di diventare esplosiva.

I benzinai chiedono che venga immediatamente riconvocato il tavolo interministeriale”.