Al via la sperimentazione che vede l’applicazione delle nuove tecnologie alle aziende zootecniche lucane al fine di migliorarne la gestione e la produttività.
Si tratta di un progetto innovativo curato dall’ARA (Associazione Regionale Allevatori) in collaborazione con l’Università della Basilicata (in particolare con la Scuola di Ingegneria (SI-UniBas) e con la Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali (SAFE) che ha lo scopo di studiare le possibili applicazioni in zootecnia dei Sistemi a pilotaggio remoto, i cosiddetti “droni”.
L’ARA di Basilicata dispone già di un Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto (SAPR) Djl Phantom 3, costituito da un quadricottero dotato delle componenti necessarie per il controllo e comando da parte di un pilota a terra.
Il presidente dell’ARA, Palmino Ferramosca, ha spiegato con qualche esempio la consistenza e lo scopo di questo progetto:
“Si ipotizza, ad esempio, la messa a punto di una metodica per il miglioramento delle coltivazioni foraggere, mediante la valutazione dello stato nutrizionale delle colture, degli apporti irrigui, della presenza di eventuali patologie e con l’individuazione del momento più idoneo alla raccolta, in relazione alle modalità di conservazione degli insilati e dei vari foraggi.
Interessante, potrà essere anche una valutazione della possibilità di utilizzare i droni in associazione ad altri tipi di sensori collocati a terra per stimare, in modo più efficace, la natura pedologica, la sostanza organica e la fertilità dei terreni, valutare i pascoli e i boschi ed effettuare un monitoraggio ambientale”.
Monitorare i campi tramite l’occhio del drone avrà delle ricadute positive anche in termini di sicurezza infatti per gli allevamenti molto estesi sarà utile per il controllo del bestiame al pascolo.
Inoltre chi gestirà questi droni non dovrà pensare che sia difficile imparare ad adoperarli perchè sono “giocattolini radiocomandati” di semplice utilizzo ed alla portata di tutti.
