Potenza, ex clinica Luccioni: novità per i lavoratori licenziati. Un’azienda sanitaria…

Continua il presidio a oltranza davanti alla sede della Regione Basilicata, in viale Verrastro a Potenza, dei lavoratori dell’ex clinica Luccioni, licenziati a causa della sospensione delle attività della casa di cura.

Queso il comunicato di Giuliana Scarano, Raffaele Pisani, Pasquale Locantore, rispettivamente Segretaria Fp Cgil Potenza, Segretario regionale Uil Fpl e Segretario regionale Cisl Fp:

“Si tratta di circa ventinove unità lavorative tra medici, infermieri, tecnici di radiologia, Oss, tecnici di laboratorio, impiegati, ausiliari e cuochi occupati nei vari reparti.

Sono ormai due anni, da quando cioè è partito il licenziamento collettivo il 9 maggio 2017, che i lavoratori aspettano di sapere cosa sarà del loro futuro.

Una vicenda annosa quella dell’ex clinica Luccioni, partita con la sospensione dell’attività a seguito dell’interruzione del contratto con l’ASP, disposta con delibera 816 del 7 dicembre 2016 la quale, impedendo di fatto la continuazione dell’attività di ricovero nella struttura ospedaliera, ha messo a rischio i livelli occupazionali.

Diverse in questo arco di tempo le interlocuzioni tra le parti sociali e il sindacato al fine di arrivare a una soluzione della vertenza, che potrebbe trovare uno spiraglio nella riassegnazione degli 80 (60+20) posti letto a una nuova società.

È notizia di due settimane la proposta di un’azienda sanitaria che avrebbe fatto richiesta del cosiddetto ‘parere di compatibilità’ ai fini del riavvio dell’attività di clinica chirurgica.

Un procedimento che, però, necessita dell’approvazione della Giunta regionale.

I lavoratori, che hanno già inviato una lettera aperta al presidente Bardi, chiedono che l’iter giunga presto a compimento e che il governo regionale, che dovrebbe insediarsi proprio in questi giorni, dia priorità assoluta a questa annosa vicenda.

I lavoratori hanno ormai già terminato l’indennità mensile di disoccupazione e il rischio è che molti di loro non riusciranno più a rientrare nel mercato del lavoro”.