IL 20 AGOSTO LA SAGRA DELLA STRAZZATA! ECCO LA STORIA DELLA NASCITA DI QUESTA TRADIZIONALE FOCACCIA…

Manca poco all’attesissima “Sagra della Strazzata” di Stagliuozzo, giunta ormai alla sua 20esima edizione.

Dopo il grande successo di pubblico, la buonissima e conosciutissima focaccia sta per deliziare i palati dei fedeli gustatori, ma anche di chi, per la prima volta, assaggerà il suo specialissimo sapore.

Emilio Colangelo, Componente del direttivo Associazione Culturale “Il Cigno”, ci racconta come è nata questa tradizionale focaccia:

“La Strazzata è una focaccia dalla forma circolare, con al centro un buco. Il suo colore è giallo “paglierino”.

La Strazzata si prepara utilizzando farina di grano duro, farina di grano tenero, acqua, pepe, sale e lievito naturale. Ci si avvale di una spianatoia, un contenitore per la lievitazione, dei canovacci e una pala rotonda.

Si scioglie il lievito nell’acqua tiepida e impastandolo con la farina e la semola, fino a che non si ottiene un impasto morbido e compatto. In questo impasto viene poi mescolato il sale e il pepe nero macinato fresco, elemento essenziale che impreziosisce la focaccia da un sapore unico nel suo genere.

L’impasto, di colore più scuro rispetto al pane per la presenza di una quantità superiore di crusca, viene fatto lievitare in un contenitore per circa un’ora.

Successivamente l’impasto viene tagliato formando delle palline, messe all’interno di canovacci e lasciate lievitare per un’altra ora. Infine le palline di pasta si mettono su una pala rotonda dando loro la forma di una focaccia con al centro un buco e si infornano per 10-15 minuti.

Una volta sfornata, la Strazzata viene farcita secondo la tradizione con prosciutto crudo e provolone, o con i peperoni, la frittata o con la frittata con i peperoni.

La Strazzata veniva preparata in passato con gli sfarinati ricavati dalle varietà di frumento duro come Saragolla, Rossia, Realforte, Marzullo, Grano Riccio, Siciliana, Carlantina, Grano Aristato, Rotumicello, Meschino e Saragoletta; e dalle varietà di frumento tenero Carosella, Grano Bianco, Cignarella, Ianculedda, Racioppi e Pannello.

Tutte varietà molto diffuse nel circondario di Potenza, come riportato anche nei documenti storici conservati nella biblioteca provinciale di Potenza quale ad esempio “Inchiesta sul clima del grano in Basilicata” del 1926.

Oggi, per l’impasto, vengono utilizzate semole e farine prodotte da frumenti sia nazionali che locali, che presentano per alcuni parametri qualitativi (indice del glutine, proteine, acqua libera) superiori alle varietà antiche e, pertanto, considerate ideali per la panificazione e pastificazione.

Malgrado questa tendenza alcuni forni, grazie ad un’intensa e capillare opera di recupero attuata dall’Alsia, mediante l’Azienda agricola sperimentale “Pantano” di Pignola, con campi dimostrativi di antiche varietà di frumento, si sono riappropriate di queste farine per la panificazione.

E’ il caso del frumento duro Senatore Cappelli o dei teneri Carosella e Risciola che tornano ad essere utilizzate per l’impasto della Strazzata.

La potenzialità del territorio in cui ricade la “Sagra della Strazzata” è evidente.

Il territorio circostante è tra i più suggestivi della Regione, ricco di cultura, di storia, di tradizioni e di ambienti incontaminati; si pensi a Filiano con le sue Riserve Antropologiche de “I Pisconi” e “Spacciaboschi”, dove i turisti possono fare delle escursioni ambientali e storico-culturali. I “Palmenti” confinanti con una fascia di bosco che raggiunge le pendici del “Castello Federiciano di Lagopesole”, i “Laghi di Monticchio”, “Il Vulture”, ed ancora alcuni dipinti della “Passio Christi” che lo stesso piccolo borgo di Stagliuozzo si fregia di avere nella Chiesetta della Madonna dell’Incoronata, sono alcuni dei molteplici beni che l’area Nord della Basilicata possiede.

Per il turista, l’obiettivo dello spostamento è cercare un approccio con il territorio che si realizza non solo attraverso le sue caratteristiche ambientali ma anche sociali e culturali ed è difficile stabilire quale di questi prevalga sugli altri poiché essi fanno parte della stessa realtà locale.

Dunque, anche la cucina e i sapori di un tempo fanno parte del territorio anzi, possono essere visti come la specificità di un territorio che è importante da riscoprire, difendere e talvolta riportare ad attualità di fronte all’avanzare della globalizzazione.

Il prodotto tipico ma più in generale il cibo, nei modi e nelle peculiarità di produzione, di preparazione, di conservazione e di consumo, nei vari tempi, occasioni e luoghi è un vero e proprio “marchio genetico” che aiuta a definire la realtà di un determinato ruolo. Cultura locale e tradizioni sono un punto di partenza per la valorizzazione dei territori, specie se in chiave turistica ed enogastronomia.

Feste popolari, delle tradizioni contadine, del folklore sono iniziative con una forte capacità attrattiva, potenziale veicolo promozionale e di immagine anche al di fuori dei confini regionali.

L’utenza che la manifestazione richiama è varia, dalla giovane comitiva alla ricerca di divertimento e alla scoperta di vecchie tradizioni, alla famiglia che passa una serata all’insegna dell’economicità del bilancio familiare gustando prodotti genuini, al ricercatore di vecchi sapori ormai spariti dalle tavole quotidiane, al turista che si trova di passaggio incuriosito dal nome dell’evento, al cittadino delle regioni limitrofe che ritrova nei prodotti lucani sapori e tradizioni differenti dalla loro quotidianità e tradizione.

E’ una manifestazione che riesce ad abbracciare tutte le generazioni sia per un fattore economico che per le modalità organizzative della manifestazione.

Aver riportato alla luce un prodotto ormai non più in uso ha dato modo alle vecchie generazioni di rigustarlo e alle nuove di riscoprirlo.

Dopo la novità della XIX edizione con il gemellaggio con l’Associazione Culturale “La Martella” di Matera presente con il loro piatto tipico “La Crapiata” (piatto misto di legumi della tradizione materana), in questa edizione ci saranno altre novità. Si potrà degustare la strazzata con la rinomata salsiccia di Cancellara,  passando per l’Associazione “Social Freedom” di Possidente, che fa suo lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dei diversamente abili, grazie alla quale sarà possibile degustare un dolce tipico della tradizione aviglianese: “le scarpedde”.

Ulteriore novità sarà la possibilità di degustare il provolone “impiccato”.

L’idea alla base è quella di mettere la strazzata al centro e far ruotare intorno ad essa tante eccellenze gastronomiche lucane cosi da creare un circuito virtuoso di valorizzazione dei prodotti in maniera organica realizzando dei veri e propri “gemellaggi gastronomici”.

Non solo perché il gemellaggio è un’azione complessa, ricca di prospettive ma anche perché esso ha degli indubbi vantaggi, non solo culturali ma anche economici attraverso la promozione e la valorizzazione dei prodotti tipici al fine di valorizzare le potenzialità turistiche, entrando a far parte di un circuito più ampio.

Consigliamo sia per chi viene da Melfi direzione Potenza che da Potenza direzione Melfi di prendere l’uscita di Lagopesole, in quanto è predisposto un servizio navetta direttamente dalla zona artigianale di Lagopesole che si trova direttamente all’uscita e sia per chi volesse provare a salire con la macchina (che sconsigliamo vivamente) in quanto è previsto un senso unico che sale da Miracolo e scende per Possidente, quindi non è possibile fare il contrario e cioè salire da Possidente e scendere da Miracolo, tutto questo per consentire un deflusso dei veicoli in modo costante e senza ingorghi.

Il servizio Navetta prevede 3 autobus a partire dalle 19.00 e fino alle 02.00 in modo da dare la possibilità a chiunque di poter raggiungere comodamente e senza stress la Sagra e divertirsi senza problemi di orario fino a chiusura della manifestazione.

Noi siamo un gruppo di amici, la Sagra inizialmente veniva organizzata per lo più dai nostri genitori che erano parte attiva, ora nel comitato ci siamo noi i figli di quella generazione che è riuscita a passare ai propri figli la passione per la riscoperta delle tradizioni, quello che stiamo provando a fare noi, sempre con il loro straordinario supporto ed impegno quotidiano, è quello di proporre e cercare di portare avanti una manifestazione ormai storica.

Oggi siamo tutti ragazzi, che fortunatamente lavorano o studiano, il problema è che la maggior parte di noi lavora e studia fuori e quindi ormai ci sono vere e proprie difficoltà logistiche nel vedersi e organizzare il tutto, la fortuna è che ormai la sagra riusciamo ad organizzarla da un anno all’altro e con la nuova tecnologia spesso capita di sentirsi o tramite le chat o tramite whatsapp….

Il Leader del gruppo è Mimmo Colangelo, anima instancabile di questa manifestazione, e sono certo che senza il suo impegno questa manifestazione sia andata scemando anno in anno, ed invece grazie alla sua caparbietà e alla sua voglia siamo qui a sacrificare le nostre giornate di ferie per organizzare un evento che cresce sempre di più, ma che ci porta al collasso fisico, psichico e soprattutto economico.

La nostra battaglia futura che stiamo mettendo in campo, è quella di chiedere alla Regione di creare un disciplinare ben preciso sulle Sagre, in quanto oggi il termine Sagra viene molto abusato e allo stesso tempo sminuito e non è possibile paragonare manifestazioni che mirano al riscoprire prodotti e  tradizioni locali con manifestazioni che vengono fatte solo allo scopo di un maggiore introito economico circoscritto a quelle serate.

Se fosse possibile un ringraziamento particolare va a tutti i collaboratori volontari che ogni anno ci sostengono e ci aiutano”.

Una manifestazione unica nel suo genere, da non perdere e che certamente compenserà gli sforzi di questi ragazzi.