RISSE, SUICIDI, AUTOLESIONISMO: “DRAMMATICA LA SITUAZIONE NEL CARCERE DI POTENZA”

SEQUESTRATO, PICCHIATO E MINACCIATO: QUESTI I TRE RAGAZZI DI POTENZA FINITI IN CARCERE!

Troppi detenuti e poco organico: drastica la situazione nelle carceri italiane.

Nelle carceri lucane, secondo Donato Sabia, Segretario Generale della UIL Pa Polizia Penitenziaria di Basilicata, il dato più tragico si rileva nella Casa Circondariale di Potenza con 64 gesti di autolesionismo, 19 risse, 3 feriti e 2 tentati suicidi.

Tali dati fanno evidenziano il dato di fatto che le carceri lucane non vivono un bel momento, caratterizzato da tanti eventi critici, che proiettano la Basilicata nel contesto delle problematiche nazionale del sistema penitenziario.

In un comunicato della Uil Polizia penitenziaria si legge:

“Quasi 8000 aggressioni in un anno a cui si affiancano poco meno di 10.000 casi di autolesionismo e circa 11 mila manifestazioni di protesta non collettiva: gli eventi critici all’interno delle carceri sono in continuo aumento.

Vicino ad un organico che decresce di pari passo all’aumentare del lavoro, delle criticità e dei nuovi sistemi di sicurezza, aumentano gli episodi che disturbano la vita all’interno degli istituti penitenziari creando problematiche ai detenuti e agli agenti in servizio.

 Litigi, episodi di violenza ma anche proteste ed evasioni sono fenomeni che raggiungono numeri importanti sono un segnale di come le problematiche legati alla vita nelle galere, senza gli adeguati mezzi e la professionalità del personale che vi lavora, rappresenti un vero pericolo, sia per i detenuti stessi che per i poliziotti in servizio”.

Angelo Urso, segretario generale della Uil Polizia Penitenziaria, ha dichiarato:

“Se il carcere deve rieducare e tra le sue mura si registrano situazioni di violazioni delle regole di civile convivenza, c’è bisogno di mettere mano alla loro gestione-organizzazione. Se le persone non rispettano le regole all’interno del carcere come si può pensare che lo facciano una volta scontata la pena? Prima del reinserimento sociale bisogna pensare a progetti di educazione intramurale.

Ad oggi, nei reati, il primato lo detengono gli stranieri: le colluttazioni hanno coinvolto 3.051 italiani rispetto 3.501 stranieri, così come il rapporto nei ferimenti è di 405 a 544.

La gestione dei detenuti stranieri deve essere rivista hanno una cultura diversa dalla nostra e regole di civile convivenza differenti da quelle che abbiamo noi.

Questo inquina i rapporti di relazione interna: un italiano in cella con straniero fa fatica a convivere e quando per questioni di sovraffollamento si mischiano è più facile che questi litighino tra loro.

Anche all’interno dei detenuti stranieri bisognerebbe dividerli in base alle etnie: le forme di xenofobia più importanti sono quelle dei cittadini dell’est nei confronti di carcerati magrebini o provenienti dalle regioni centrali dell’Africa.

Solo nei tentati omicidi gli italiani superano gli extracomunitari con un rapporto di 3 a 1.

 Voce da non tralasciare, invece, è quella dell’autolesionismo, una forma di protesta e allo stesso tempo una pretesa di attenzione quando le rivendicazioni del detenuto, per vari motivi non viene accettata”.

(Foto web)