Carrello della spesa sempre più caro: volano i prezzi di frutta e verdura! I dettagli

“La nuova analisi di Coldiretti sui dati del Crea ha evidenziato come la guerra in Ucraina e l’aumento dei prezzi energetici stiano influendo sui costi di produzione della frutta e verdura in Italia, che in alcuni casi sono raddoppiati anche di cifre considerevoli (+119%).

Con un impatto particolarmente negativo sulle aziende agricole.

L’aumento dei costi riguarda tutte le fasi dell’attività aziendale, dal riscaldamento delle serre ai carburanti per i macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, passando per imballaggi e materiali di confezionamento.

Tutti costi che si stanno ripercuotendo a catena su tutta la filiera, arrivando ai consumatori finali con una maxi stangata sui prodotti del carrello alimentare“.

È quanto si apprende da QuiFinanza che aggiunge:

“Le imprese agricole sono state costrette ad assorbire gran parte degli aumenti, causando difficoltà nel settore e costringendo quasi 1 produttore di ortaggi su 5 (19%) a lavorare in perdita.

Inoltre, la concorrenza sleale delle produzioni straniere sta creando ulteriori sfide per l’ortofrutta Made in Italy, intrappolato tra protezionismo e rialzi da un lato e dumping economico dall’altro.

Che cos’è il dumping economico e perché influenza i prezzi di frutta e verdura

Il dumping economico è una pratica commerciale scorretta in cui un’impresa esportatrice vende i propri prodotti a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato nazionale, al fine di conquistare quote di mercato in un altro Paese.

Questa pratica può danneggiare le imprese locali che operano nel medesimo settore, poiché non possono competere con prezzi così bassi.

Quasi il 20% dei prodotti alimentari importati in Italia, denuncia Coldiretti, non rispettano le normative sulla salute, l’ambiente e i diritti dei lavoratori.

Le nocciole turche sono accusate di sfruttamento del lavoro delle minoranze curde, l’uva e l’aglio argentini e le banane brasiliane sono gravati da pesanti accuse di utilizzo del lavoro minorile. Tuttavia l’Unione Europea ha avviato un accordo commerciale di libero scambio con questi Paesi.

A parti inverse ci sono grossi problemi per l’esportazione di prodotti alimentari italiani, con importanti barriere commerciali.

Ad esempio, le pere italiane non possono essere esportate in Cina perché non è stata ancora concessa l’autorizzazione fitosanitaria.

Anche se esiste un accordo di libero scambio tra Ue e Canada, l’esportazione di pomodorini in Canada non è ancora possibile perché gli ortaggi devono essere obbligatoriamente trattati con il bromuro di metile.

Allo stesso modo, l’esportazione di kiwi in Giappone è ancora impossibile a causa di un dossier fitosanitario aperto nel 2008 e mai completato.

Maxi stangata per la frutta e la verdura: prezzi in aumento

Questi fenomeni si traducono in maggiori prezzi al dettaglio per i consumatori finali.

Da una parte infatti le aziende agricole italiane hanno dovuto rifarsi sui distributori, che a loro volta hanno aumentato le cifre indicate sui cartellini.

Con rialzi che stanno già colpendo le famiglie italiane, che si trovano a spendere sempre di più nei supermercati per acquistare sempre meno prodotti.

Dall’altra bisogna segnalare che i prodotti provenienti da Paesi extra Ue possono risentire non solo degli stravolgimenti economici che stanno avvenendo a livello internazionale per colpa della guerra in Ucraina, e che i produttori possono praticare prezzi che, seppur competitivi rispetto a quelli italiani, potrebbero essere oggetto di speculazioni, come spiegato qua.

Arrecando così danni, ancora una volta, a chi desidera acquistare frutta e verdura, con una maxi stangata da oltre 3 mila euro a famiglia di cui stiamo vedendo oggi solo la punta dell’iceberg”.