Decreto taglia prezzi, Draghi: “Altri 4,4 miliardi per aiutare famiglie e imprese contro i rincari”. Ecco i dettagli

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Nella giornata di ieri, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, al termine del Consiglio dei ministri è intervenuto in conferenza stampa insieme ai ministri dell’Economia Daniele Franco, della Transizione ecologica Roberto Cingolani e al sottosegretario Roberto Garofoli per illustrare i nuovi provvedimenti di contrasto al caro energia e agli effetti economici della crisi in Ucraina.

Queste le sue parole:

“Buonasera a tutti.

È un po’ tardi non perché il Consiglio dei Ministri sia durato tanto, anzi è durato poco.

I provvedimenti che abbiamo discusso hanno trovato unanime sostegno.

Vorrei prima di cominciare ringraziare il ministro Franco, il ministro Cingolani, il sottosegretario Garofoli e il ministro Giorgetti – che non è con noi stasera – per il loro importante contributo a questo provvedimento.

Il Consiglio dei Ministri di oggi ha preso provvedimenti veramente importanti per rispondere alle conseguenze sul nostro Paese della guerra in Ucraina.

Interveniamo per aiutare cittadini e imprese a sostenere i rincari dell’energia, con particolare attenzione alle famiglie più bisognose e alle filiere produttive più esposte.

Miglioriamo alcuni presidi a tutela del nostro sistema imprenditoriale.

E rafforziamo il sistema nazionale di accoglienza, per gestire gli afflussi di rifugiati dall’Ucraina che stanno aumentando giornalmente e ci aspettiamo aumentino ancora nelle prossime settimane.

In totale, le misure ammontano a 4,4 miliardi di euro – che si aggiungono ai circa 16 miliardi che abbiamo speso dalla scorsa estate per difendere gli italiani dall’aumento del costo dell’energia.

A differenza degli scorsi provvedimenti, gran parte degli interventi di oggi non sono finanziati dal bilancio pubblico, ma dalle aziende del comparto energetico.

Tassiamo una parte degli straordinari profitti che i produttori stanno facendo grazie all’aumento dei costi delle materie prime, e redistribuiamo questi soldi alle imprese e alle famiglie in difficoltà.

Voglio sottolineare soltanto alcuni dei principali interventi.

Fino a fine aprile, il prezzo alla pompa di benzina e gasolio sarà ridotto di 25 centesimi a litro.

Aumentiamo da 4 a 5,2 milioni il numero di famiglie protette dagli aumenti delle bollette e che pagheranno l’energia come l’estate scorsa.

Abbiamo portato il tetto Isee da 8 mila a 12 mila euro, quindi includendo 1,2 milioni famiglie in più rispetto al provvedimento precedente.

Permettiamo la rateizzazione delle bollette fino a due anni.

Aumentiamo i crediti d’imposta sul costo dell’energia e del gas a favore delle aziende energivore e gasivore e ne istituiamo di nuovi per tutte le aziende che utilizzano elettricità e gas.

Creiamo dei fondi per aiutare i comparti dell’autotrasporto, dell’agricoltura, della pesca.

Rifinanziamo la cassa integrazione per le aziende in difficoltà.

Miglioriamo lo strumento del Golden Power, come spiegherà nel dettaglio il Sottosegretario Garofoli.

Rafforziamo i poteri di ARERA e del Garante per la Sorveglianza dei prezzi, perché possano conoscere i dettagli dei contratti di fornitura dei produttori, che è veramente stato difficile poter vedere ed esaminare, e poter sanzionare fenomeni di speculazione.

Estendiamo la garanzia di SACE all’ILVA, per consentire all’azienda di aumentare la produzione e sopperire alle carenze di acciaio nel Paese.

Per questi ultimi due provvedimenti voglio ringraziare in particolare il Ministro Giorgetti.

Nelle prossime settimane intendiamo prendere nuovi provvedimenti per migliorare la capacità di ILVA di produrre acciaio.

L’inflazione che osserviamo in Europa – a differenza degli Stati Uniti – è essenzialmente dovuta all’andamento dei beni energetici.

Risolvere questo problema è complesso: richiede la fine della crisi in Ucraina e una migliore diversificazione delle fonti di approvvigionamento, che è esattamente quello che abbiamo iniziato a fare da 10-15 giorni soprattutto con il ministro Di Maio.

Nel vertice di oggi con i primi ministri di Spagna, Portogallo e Grecia abbiamo concordato circa l’importanza di prendere una posizione comune al prossimo Consiglio europeo.

Intendiamo portare questa posizione e difenderla insieme.

La crisi in Ucraina è una crisi europea, e richiede una risposta europea su tanti fronti, sul mercato del gas, sul mercato delle materie prime, sui bisogni finanziari che i paesi avranno a seguito di questa crisi, sia di natura energetica ma anche per altri motivi, come ho detto altre volte, per la Difesa”.