PETROLIO IN BASILICATA, RENZI A RAITRE: “DIRE CHE NOI SIAMO QUELLI DELLE LOBBY A ME FA SCHIATTARE DALLE RISATE”

Ecco come il Premier Matteo Renzi nella trasmissione ‘In mezz’ora’ su Rai 3, ha risposto ad una domanda di Lucia Annunziata sull’opportunità di chiedere le dimissioni del ministro Maria Elena Boschi:

“C’è il presidente del Consiglio che è coinvolto se questo è il tema: ho scelto io di fare questo emendamento, lo rivendico per forza.

Le opere pubbliche sono state bloccate per anni e l’idea di sbloccare le opere pubbliche l’abbiamo presa noi per Tempa Rossa, per Pompei, per Bagnoli e per altre opere, quell’emendamento è roba mia”.

Inoltre il Presidente del Consiglio ha ribadito che ha saputo dai giornali, come tutti gli altri italiani, che il capo della Marina Militare e Gianluca Gemelli erano indagati, sottolineando che i due lo sapevano da Settembre:

“Perché devo saperlo? – si chiede Matteo Renzi – una cosa è l’indagine giudiziaria che io non devo sapere, io non devo essere messo a conoscenza, diverso se sapevo del provvedimento che rivendico.

Non sapevamo perché in un Paese civile c’è la distinzione tra potere esecutivo e giudiziario.

Dopo di che io spero che ci sia qualcosa di serio.

Di fronte alla legge il premier è come gli altri, il premier non mette bocca sulle indagini.

L’indagine non riguarda il dovere di sbloccare le opere pubbliche: a noi i cittadini ci pagano per questo.

Altro è se qualcuno ha pagato tangenti e in quel caso voglio che si scopra e chiedo ai magistrati di fare il massimo degli sforzi. Chi sbaglia paga”.

Il capo del governo spiega che quel provvedimento serve a sbloccare una grande opera ferma dal 1989:

“Per adesso dopo 27 anni non è stato tirato fuori un goccio di petrolio perché le autorizzazioni sono state rinviate come spesso succede in Italia.

Ci dicono che siamo quelli delle lobby quando noi abbiamo fatto la legge su reati ambientali, le pene sull’anticorruzione, abbiamo fatto delle iniziative concrete e reali compresa l’approvazione in prima lettura alla Camera del conflitto d’interessi.

Dire che noi siamo quelli delle lobby a me fa, tecnicamente parlando, schiattare dalla risate”.

Il presidente del Consiglio, vede Grillo e Berlusconi, come un insieme di forze che resistono al lavoro del governo:

“A me dà noia quando mettono in discussione la mia onestà, sono un ragazzo di Rignano sull’Arno. Possono dirmi che non sono capace ma non disonesto”.