Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa di FIM FIOM, UILM indirizzato a:
- Prefetto di Potenza
- Presidente della Giunta Regionale di Basilicata, Vito Bardi
- Ispettorato del lavoro
- Inail
- Inps
- Eni
- Confindustria Basilicata
- Confapi Basilicata
Ecco nei dettagli:
“Nel Centro Oli di Viggiano (PZ) tra qualche settimana – a fine Aprile – entrerà a pieno regime la fermata straordinaria di manutenzione che vedrà l’ingresso all’interno dell’impianto di circa un migliaio di lavoratori provenienti per la gran parte da fuori regione.
Come FIM FIOM e UILM, abbiamo già più volte denunciato, al di là del solo incontro tenuto finora e per il quale stiamo attendendo la riconvocazione da parte di Confindustria, che ad oggi non conosciamo davvero nulla dei protocolli di sicurezza, né i nostri delegati, ad eccezione di qualche sporadico caso, hanno avuto la possibilità di essere convocati dalla propria azienda per valutare insieme le misure da adottare in questo periodo straordinario visto che i numeri da infezione Covid in Basilicata – solo ieri 243 nuovi casi – dovrebbero far tremare le vene ed i polsi.
Di fronte ad una tale situazione, c’è solo Silenzio; un Silenzio che per qualcuno diventa Assenso, così da perseguire, nella solita maniera unilaterale, i propri interessi; tanto “scendere in campo” spetterà ai lavoratori, sempre più schiavi di un sistema di ricatti.
Sì, ricatto vero e proprio, perché oltre al problema dei protocolli di sicurezza si sta facendo sempre più vicina l’ombra dell’organizzazione a 12 ore di lavoro per turno.
Mentre Eni continua ad affermare il rispetto, per sua parte, del patto di sito, ed al contempo in maniera surreale adotta lo stile di chi non può ‘mettere becco’ sull’autonomia delle singole aziende – vedasi la vertenza Ram/Termomeccanica – la stessa autonomia cade nel dimenticatoio (per non dire altro) perché se le aziende contrattiste non sono in grado di adottare un’organizzazione del lavoro a 12 ore, a causa dei Ccnl firmati dalle parti e difesi dal sindacato, le attività migreranno verso altre realtà aziendali, ovviamente non sindacalizzate e che non creano grossi problemi.
Siamo al secondo ricatto che in termini spiccioli significa ‘o fai le 12 ore oppure sei fuori’ e ciò significa che i lavoratori, che da sempre lavorano all’interno del centro oli rischiano di vedersi sostituiti, e addirittura qualche imprenditore, in maniera del tutto informale, ci ha già preannunciato che in mancanza delle 12 ore ne scaturirà un problema occupazionale strutturale.
Non si può non parlare di una situazione del genere se non in termini di ricatto sulla pelle dei lavoratori, cittadini del territorio Lucano, oltre che professionisti, e ci meraviglia, che nel 2021 possa ancora accadere, ma a prescindere, Eni ha deciso unilateralmente che la fermata doveva essere fatta a 12 ore di lavoro e quindi in barba alle norme, ai Decreti Legislativi, ai contratti nazionali, che vengono cestinati perché rappresentano un di cui.
L’unica cosa certa è che per Eni e per il sistema imprenditoriale bisogna accelerare perché bisogna riprendere immediatamente le estrazioni senza perdere secondi o minuti preziosi per loro e noi dovremmo piegarci al ricatto per garantire il lavoro.
Ci chiediamo come FIM FIOM e UILM come sia possibile, dopo aver denunciato più volte a tutti lo stato dell’arte all’interno del centro oli, a partire dalle istituzioni regionali, ai servizi ispettivi di vario genere, che nessuno prenda posizione per imporre anche ad Eni ed alle aziende contrattiste il rispetto delle norme, dei contratti, affinché la fermata straordinaria sia organizzata con un sistema di orario, quello delle 8 ore, che è l’unico che garantisce il rispetto delle regole, dei decreti e soprattutto afferma il diritto al buon lavoro ed alla sicurezza.
Chiediamo tanto?
Chiediamo ancora una volta a Sua Eccellenza il Prefetto di convocare immediatamente tutte le parti coinvolte affinché il buon lavoro, le norme e la sicurezza possano prevalere sugli interessi economici”.