LA CLINICA LUCCIONI DI POTENZA REPLICA AI SINDACATI: “I GRAVI FATTI DENUNCIATI NON CORRISPONDONO AL VERO”

Per la Clinica Luccioni S.p.A. (e per essa il dr. Walter Di Marzo) il comunicato dei rappresentanti sindacali della CGIL-CISL-UIL diffuso in data 2 Novembre è del tutto inveritiero.

Riportiamo integralmente la nota del dr. Walter Di Marzo:

“I gravi fatti denunciati dalle 00.55. non corrispondono al vero, così come facilmente dimostrabile.

Si respingono le infondate quanto gratuite accuse alla Struttura ed al suo rappresentante, accuse rivolte anche a livello personale, e se ne evidenzia la strumentalità, anche a seguito della· procedura recentemente attivata ai sensi della legge 223/1991.

Contrariamente a quanto affermato, la Scrivente si sta attivando su più fronti proprio per cercare di scongiurare la chiusura della Clinica ed il licenziamento di tutte le maestranze.

Pertanto, il ritardo nell’erogazione degli stipendi non rappresenta minimamente una modalità indirizzata a forzare decisioni particolari degli organi pubblici, ma semplicemente una necessità conseguente all’esaurimento delle risorse economiche erogate a fronte delle prestazioni rese; ne è prova il fatto che, nonostante le note difficoltà economiche, le retribuzioni sono sempre state erogate con regolarità.

La Scrivente non ha mai ritenuto che la regione Basilicata fosse un “bancomat” da utilizzare, e ne è dimostrazione il fatto che ad oggi ancora non ha ricevuto i rimborsi spettanti dal 2014.

L’unico obiettivo è unicamente quello di mantenere il livello attuale di assistenza, in previsione di un differente assetto organizzativo, che possa consentire l’erogazione di servizi ad alto livello e il mantenimento dell’occupazione.

Le auspicate nuove modalità organizzative (tra l’altro, realizzazione di una nuova struttura sanitaria, con ingenti investimenti anche a titolo personale) costituiranno la maniera più efficace per mantenere inalterati e tutelare i diritti dei lavoratori, per cui anche sotto tale aspetto vengono respinte con forza le infamanti accuse.

Si ritiene di aver già fornito nelle opportune sedi istituzionali tutte le informazioni necessarie, con la massima trasparenza e rispetto dei ruoli ad ogni livello.

Si stigmatizza, quindi, l’atteggiamento inutilmente polemico e distruttivo delle 00.55., riservandosi ogni azione a tutela della propria onorabilità per le diffamanti affermazioni contenute nel citato comunicato”.