POTENZA: INIZIA LA PROTESTA DEI MEDICI DI GUARDIA! I DETTAGLI

Dopo i numerosi incontri che si sono svolti tra sindacati, Regione e ASP a Potenza per discutere dei tagli apportati agli stipendi dei medici di guardia lucani, le seguenti sigle sindacali: Cgil, Cisl, Uil, Fimmg e S.m.i. hanno proclamato lo stato d’agitazione.

In una nota a firma di D.ssa Maria Teresa  Bochicchio (Cgil), D.ssa Migla Russo (Cisl), D.ssa Marinella Lapenna (Uil), Dr Egidio Giordano (Fimmg), Dr Vincenzo Filitti (S.m.i.) si legge:

“A seguito dell’insuccesso delle procedure di raffreddamento e conciliazione esperite della Prefettura di Potenza in data 06/06/2017 e del silenzio delle Istituzioni dopo gli incontri del 06 e 12 giugno in Regione e del 15 giugno in ASP, la protesta sindacale, già annunciata da queste OO.SS., si svolge ad oltranza, a livello Regionale, con le modalità di applicazione di seguito elencate.

I medici della Continuità Assistenziale (C. A.) effettueranno, nel rispetto dei compiti previsti dall’art. 67 dell’ACN in vigore, esclusivamente visite domiciliari e non ci sarà più libero accesso in ambulatorio, ovvero solo su invito diretto.

In assenza di regolamentazione e di linee guida dell’attività ambulatoriale (ACN art. 67- AIR art.. 30 comma 2 e art.32 comma 2 e 6), al fine di evitare contenziosi con l’utenza, tutte le richieste di visite saranno effettuate a domicilio.

Nei casi in cui i pazienti si recano spontaneamente presso le sedi di Continuità Assistenziale, ovvero già attendono l’arrivo del medico, verrà chiesto a tutti il motivo della visita e sarà premura del medico, secondo scienza e coscienza, effettuare la visita soltanto nel caso si tratti di un intervento non differibile, il cui ritardo potrebbe causare nocumento alla salute del paziente.

Il presidio, soprattutto nelle ore di maggiore affluenza dei pazienti, potrebbe rimanere per lungo tempo senza medico in quanto impegnato nelle numerose visite domiciliari.

Durante le assenze dalla sede sarà lasciato in segreteria telefonica, ove presente, il seguente messaggio:

“Il medico è assente per visite domiciliari in caso di urgenza chiamare il numero 118”

I medici della C. A.  non utilizzeranno in nessun caso il cellulare personale per esigenze di servizio. Nel caso in cui la sede fosse sprovvista di segreteria telefonica, verrà affisso un cartello con la stessa dicitura di cui sopra.

Ove non sia presente un servizio di reperibilità,  il referente del presidio non si occuperà più della sostituzione del medico, ma il medico impossibilitato a svolgere il turno invierà la comunicazione, tramite fax, al responsabile Aziendale del servizio, declinando ogni responsabilità per l’assenza.

I medici della C. A.  presteranno assistenza a tutti i cittadini residenti o domiciliati sanitariamente nella Regione Basilicata. Per tutti i cittadini residenti fuori regione, l’assistenza sarà prestata, documentata e notificata all’azienda per il risarcimento del danno economico tramite via legale.

Per la mancata informatizzazione dei presidi, i medici della C. A. non utilizzeranno in nessun caso i supporti informatici personali ed i certificati medici saranno inviati per via telefonica aziendale laddove esiste un apparecchio con tastiera alfanumerica, declinando ogni responsabilità dovuta all’indisponibilità della linea telefonica impegnata in procedura che per prassi consolidata risulta essere laboriosa.

Laddove la Sede è sprovvista di apparecchio con tastiera alfanumerica i certificati medici saranno esclusivamente cartacei, declinando ogni responsabilità della mancata trasmissione on-line.

Per il mancato piano formativo di 40 ore annue retribuito con i compensi vigenti, avendo i medici provveduto autonomamente all’aggiornamento professionale, si procederà al recupero tramite via legale.

I medici della C. A. non effettueranno ripetizioni di ricette, relative a terapie croniche assunte dal paziente.

In casi eccezionali, quando a giudizio del medico l’interruzione della terapia potrebbe determinare problemi per la salute del paziente, la ripetizione della prescrizione sarà effettuata su ricetta bianca.

I medici della C. A. non trascriveranno, in nessun caso, su ricettario regionale, prescrizioni effettuate dai colleghi in caso di dimissioni ospedaliere, di prestazioni di pronto

soccorso, oppure effettuate dai colleghi del DEU.

I pazienti verranno invitati a recarsi in farmacia con la prescrizione bianca rilasciata dai colleghi ospedalieri o del P.S., oppure verranno invitati a tornare presso il reparto da cui sono stati dimessi per ottenere, come loro diritto, la ricetta regionale.

I medici della C. A. non praticheranno terapie intramuscolari, né endovenose, né in ambulatorio né al domicilio del paziente, tranne i casi in cui la terapia derivi da diagnosi e prescrizione del medico stesso.

I Distretti sanitari saranno informati dalle OO. SS. affinché cessino di inviare i pazienti presso le sedi di C.A. per ottenere qualsiasi prestazione di tipo infermieristico.

I medici della C. A. non saranno disponibili a supplire alle carenze dei servizi infermieristici domiciliari ai pazienti in ADI.

I Distretti saranno invitati a non delegare alla C.A. prestazioni che non rientrano nelle competenze proprie del Servizio.

In caso di interventi presso R.S.A., ogni qualvolta il medico di C.A. ravvisi la necessità di terapia infusionale o di ossigeno-terapia e manchi il personale infermieristico in grado di gestirla, il medico disporrà il ricovero immediato del paziente tramite la centrale del 118.

Seguendo le previste procedure di intervento del DEU, ogni qualvolta il servizio di C.A. venga richiesto per le seguenti patologie:

  • precordialgie;
  • difficoltà respiratoria;
  • episodi di perdita di coscienza;
  • incidente stradale;

il medico della CA provvederà direttamente ad allertare la centrale del 118 per l’invio di un’ambulanza con medico a bordo.

In nessun caso il medico di C.A. deve essere utilizzato per assistere i pazienti durante il trasporto in ambulanza.

I medici referenti di Sede, non provvederanno più personalmente al ritiro di farmaci e altro materiale sanitario presso le farmacie territoriali. Il loro compito si limiterà a segnalare tramite gli appositi moduli la necessità di farmaci, materiale di consumo e materiali per le medicazioni.

Nella eventualità che presso le Sedi vengano a mancare farmaci o altro materiale i medici in servizio informeranno i pazienti che non vengono somministrate le terapie o eseguite, ad esempio, le medicazioni necessarie a causa della mancanza dei farmaci o del materiale necessario.

I medici della C. A. che non intendono più utilizzare la propria auto per il servizio, invieranno la comunicazione all’azienda con preavviso di quindici giorni.

Allo scopo di garantire il medico della C. A. e in ottemperanza a quanto previsto dall’ACN, ciascuna Sede dovrà essere dotata dell’apparato di registrazione delle chiamate.

Nelle Sedi sprovviste di tali apparati, il medico in servizio inviterà gli utenti a chiamare la centrale del 118 e a farsi deviare la chiamata da quest’ultima, in maniera tale che la chiamata stessa rimanga registrata presso le apparecchiature di ascolto della Centrale.

Le OO.SS. si faranno carico di verificare, presso ciascuna Sede di C.A., il rigoroso rispetto di tutte le norme di sicurezza, anche in relazione D. Lgs. 09/04/2008 n. 81 “Testo Unico in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro”, nonché l’osservanza degli standard minimi di igiene e abitabilità.

Per tutte le situazioni non a norma verranno effettuate segnalazioni alle competenti autorità e verrà chiesta la chiusura immediata della sede.

I medici della C. A. non effettueranno, come spesso fatto in passato, alcuna opera di piccola manutenzione presso le Sedi di servizio. Si limiteranno a segnalare, tramite apposita modulistica, le carenze riscontrate ai competenti uffici aziendali”.

In questo modo chi pagherà le conseguenze di questa situazione di disagio sono proprio i cittadini che potranno solamente utilizzare degli appositi moduli che potranno compilare per protestare presso le proprie ASL “per i disservizi che saranno costretti a subire a causa della politica di tagli discriminatori ed ingiustificati della Regione Basilicata”.