Potenza, istituto Teologico Seminario Maggiore Interdiocesano: “ci vogliamo incontrare per imparare insieme dalla storia”. Ecco l’appuntamento in programma

L’istituto Teologico Seminario Maggiore Interdiocesano di Basilicata è lieto di condividere e promuovere l’incontro accademico pubblico, Lunedì 5 Giugno alle ore 19:00 presso l’Auditorium “Immacolata” dell’Ostello Parco del Seminario, in viale Marconi, 104.

TEO-DIA-LOGIA
Immaginando la gioia della verità, don Nicola Soldo, docente di Teologia sistematica e Giuseppe Biscaglia, docente di Filosofia dialogano con STELLA MORRA, Teologa e sociologa, Pontificia Università Gregoriana- Roma.

Saluto introduttivo di S.E.R. Mons. Salvatore Ligorio, Arcivescovo metropolita di Potenza.

La presenza oggi della Chiesa nella società quale volto assume?

Quale ruolo ha nei processi culturali e quale contributo vuole offrire attraverso il suo pensiero e la sua azione?

Come oggi il sapere critico della fede può aiutare a pensare la realtà, le nostre città e i cantieri che le caratterizzano?

Attraverso quale modello di cultura, di riconoscimento dell’alterità e di libertà oggi la Chiesa vuole provocare un dialogo critico e una riflessione con la società?

Sono queste alcune delle domande che vogliono animare il dialogo promosso dai docenti dell’Istituto Teologico di Basilicata e il prof. Giuseppe Biscaglia, avendo come autorevole relatrice la prof.ssa Stella Morra.

L’obiettivo è quello di tessere rapporti nella compagine della nostra città di Potenza – che guarda a tutta la Basilicata – che possano servirne il cammino.

Abbiamo bisogno di costituirci in rete per leggere problematicità e potenzialità del nostro territorio, per maturare quale idea di futuro, di società e di cultura vogliamo costruire, abbiamo bisogno di saper leggere i nodi critici che ci caratterizzano.

Nello storico discorso di apertura del Concilio Vaticano II, l’11 ottobre 1962, il Santo Padre Giovanni XXIII pronunciò queste parole profetiche:

“Nelle attuali condizioni della società umana [alcuni] non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia […].

A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo”.

Ci vogliamo incontrare per imparare insieme dalla storia.

Noi, comunità dei credenti, vogliamo metterci in ascolto per essere a servizio secondo le parole pronunciate dal Santo Padre Paolo VI che nell’allocuzione dell’ultima sessione pubblica del Concilio Vaticano II, il 7 dicembre 1965:

‘L’antica storia del Samaritano è stata il paradigma della spiritualità del Concilio.

Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso.

La scoperta dei bisogni umani (e tanto maggiori sono, quanto più grande si fa il figlio della terra) ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo.

Dategli merito di questo almeno, voi umanisti moderni, rinunciatari alla trascendenza delle cose supreme, e riconoscerete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, noi più di tutti, siamo i cultori dell’uomo.

Vogliamo ritrovarci per costruire e coltivare questo sogno, vogliamo educarci e accompagnarci in questo desiderio, per quel bene supremo di salvezza che i credenti coltivano e che si intreccia con le speranze, con le storie e le sorti delle nostre comunità’.