Potenza: “La criminalità organizzata è riuscita a penetrare nella nostra città. Gli ultimi fatti destano preoccupazione”! I dettagli

Queste le parole del capogruppo di Idea – Cambiamo al comune di Potenza, Antonio Di Giuseppe:

“Gli arresti degli ultimi giorni hanno dimostrato quanto la criminalità organizzata sia riuscita a penetrate nel tessuto socioeconomico anche della nostra città.

Per molto tempo abbiamo creduto che il capoluogo di regione fosse un’oasi felice, interessata da rari episodi di delinquenza e, invece, le recenti notizie di cronaca che, pur destando stupore in una comunità disabituata a casi di illegalità, hanno evidenziato la presenza sul nostro territorio di organizzazioni criminali capaci di farsi spazio anche tra le maglie delle istituzioni pubbliche.

L’inchiesta infatti ha fatto emergere, in particolar modo la vicenda relativa all’assegnazione della gestione del bar all’interno del tribunale del potentino, quanto anche il settore pubblico e ciò che gli ruota intorno possa rappresentare un’ottima occasione per coloro che intendono mettere in piedi le proprie attività illecite.

Una situazione emblematica da non sottovalutare, continua il capogruppo, soprattutto in vista del Recovery fund e dell’arrivo di ingenti risorse per il rilancio del sud; questa infatti potrebbe rappresentare un’opportunità sui cui i clan potrebbero mettere gli occhi, una precondizione con la quale riuscirebbero ad intercettare flussi di denaro per alimentare i propri affari.

Mai come ora l’attenzione delle istituzioni deve essere mantenuta alta, ecco perché la proposta del Procuratore Curcio di istituire una sezione regionale della DIA trova il pieno sostegno del mio partito.

Continuare a credere infatti che in Basilicata la mafia non è esiste significa negare la presenza di una realtà consolidata e ramificata che, per decenni ha approfittato di comunità silenti per mettere le proprie mani su attività economiche e imprenditoriali locali; che è riuscita con abilità a creare interazioni tra economie criminali ed economie legali affermando il suo potere anche all’interno dei palazzi.

Combattere ciò che danneggia l’economia, ma soprattutto la dignità della nostra terra, è un impegno che tutte le istituzioni, abbandonando qualsiasi colore politico, hanno il dovere di assolvere per rispetto di coloro che con impegno e legalità portano in alto il buon nome di questa regione.

Lo stato vince solo quando le istituzioni sono unite”.

Così il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa:

“Gli ultimi fatti relativi alla criminalità organizzata in Basilicata destano forte preoccupazione.

Se da un lato materializza e mette in luce una emergenza circa le infiltrazioni malavitose in Basilicata – più volte denunciate, specie dall’attuale Dda di Potenza – dall’altra in qualche modo ci consegna quel barlume di speranza circa la fiducia nella magistratura e nella giustizia.

La richiesta esplicita del procuratore Curcio di una Dia a Potenza deve spingere tutte le istituzioni pubbliche, a partire dalla Regione e dal mondo delle associazioni delle imprese, a prendere atto di un quadro emergenziale nel quale legalità e sicurezza devono assumere centralità, garantendo strumenti necessari a consentire alle forze dell’ordine di poter svolgere con adeguatezza l’attività di contrasto al crimine e ai crescenti fenomeni malavitosi.

Nel momento in cui le mafie entrano nelle stanze di chi amministra, di chi dovrebbe tutelare il bene comune allora significa che il problema è a monte ed è culturale.

I fatti denunciati con l’operazione Iceberg sia monito per tutta la comunità lucana affinché rimetta al centro la legalità e la trasparenza nella gestione delle funzione pubblica e in particolare degli appalti.

La Basilicata non può permettersi di essere sguarnita di presidi di legalità, i fatti di cronaca dimostrano che una capillare presenza sul territorio di tutti i soggetti istituzionali preposti all’ordine e alla sicurezza pubblica è necessaria, ma non è più sufficiente.

Occorre che le istituzioni si riapproprino del senso profondo del ruolo cui sono chiamate a rispondere, a garanzia della legalità democratica e costituzionale”.