POTENZA, TRAGEDIA PER ANTONIO SCHIACCIATO DA UN MACCHINARIO: “NON SI PUÒ MORIRE DI LAVORO”

L’altra sera un terribile incidente sul lavoro, all’interno dell’azienda Ageco di Tito Scalo, è costato la vita ad Antonio, giovane operaio di Potenza rimasto schiacciato da un macchinario mentre svolgeva il suo lavoro.

Le segreterie di Fp Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti, dichiarano in una nota i segretari regionali Sannazzaro, Colucci, Laurino, proclamano lo sciopero dell’intero comparto di igiene ambientale per un’ora su tutto il territorio regionale.

Nel comunicatto si legge:

“In un’azienda che si occupa del trattamento dei rifiuti, Ageco srl a Tito Scalo (Potenza), un operaio di 28 anni è morto mentre svolgeva il proprio lavoro.

Alla sua famiglia esprimiamo il nostro sincero cordoglio per la gravissima perdita, sulle cui cause chiediamo si faccia chiarezza in tempi celeri.

Da quanto si apprende dagli organi di stampa sono ancora da chiarire le dinamiche dell’incidente. A prescindere dall’esito delle indagini, di fronte alla morte di un giovane operaio sul luogo di lavoro non si può tacere.

Quello delle morti bianche è un tema tutt’altro che secondario.

Non possiamo tacere su quanto sempre più spesso accade nel mondo del lavoro e soprattutto nel comparto dei servizi ambientali dove la casualità non è l’unico motivo per cui si muore.

Occorre affrontare con più decisione il tema della salute e della sicurezza sul lavoro in tutto il ciclo dei rifiuti.

Dobbiamo potenziare la prevenzione e gli organi preposti al controllo, formare e coinvolgere sempre più i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, imporre ossessivamente il rispetto di tutte le norme e, soprattutto, non permettere a nessuno di considerare la Sicurezza un ‘costo secondario’.

Dobbiamo dare tutti di più e riteniamo doveroso farlo per i lavoratori e le lavoratrici che quotidianamente provvedono a rendere migliori le nostre città e l’ambiente in cui viviamo, troppo spesso in condizioni di pericolo per la propria salute”.

Angelo Summa, Segretario Generale CGIL Basilicata, ha dichiarato:

“Non si può morire di lavoro.

Ieri sera è morto un giovane operaio dell’Ageco, schiacciato da un macchinario mentre svolgeva il suo lavoro: solo l’ultima spia di quel che sta accadendo nel mondo del lavoro.

Al di là delle specifiche responsabilità che saranno accertate rispetto alla morte del giovane non può sottacersi la dilagante tendenza da parte delle imprese a risparmiare sui costi e sugli interventi in prevenzione e sicurezza.

Il 2017 per la Basilicata ci consegna un dato: 11 infortuni mortali; in Basilicata il 40% delle pratiche di controllo definite dall’Ispettorato del Lavoro nel 2017 ha accertato irregolarità da parte delle aziende sottoposte a verifica: non è un dato neutro.

Ma al di là dei freddi numeri resta una realtà incontrovertibile: le condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro sono diventate una fonte di risparmio da parte delle imprese, che hanno sostanzialmente rinunciato ad investire nella prevenzione.

E a questo fenomeno non si risponde con la necessaria forza da parte degli enti istituzionalmente preposti alla vigilanza ed al controllo.

Anche su questo registriamo ancora una volta la condizione di fragilità che vive la nostra regione.

Non si può più parlare di fatalità, benchè la crisi sembra quasi aver ‘anestetizzato’ l’attenzione delle istituzioni sul fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali fino a farlo diventare una sorta di ritualità.

I lavoratori, sempre più precari, subiscono il ricatto occupazionale che li induce a rinunciare a segnalare i rischi per la salute nei luoghi di lavoro e addirittura a far emergere condizioni di rischio.

Ecco perché servono maggiori e più incisivi controlli da parte dei Servizi ispettivi, occorre che Inail, Inps e Ispettorato del Lavoro svolgano una reale azione sinergica di controllo e promozione della salute e sicurezza del lavoro, rimettendo al centro la persona e la sua integrità.

Siamo accanto alla famiglia e ci stringiamo in un abbraccio di commosso cordoglio, con la speranza che simili tragedie non abbiano più a verificarsi”.

Il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, commentando l’incidente, invita la magistratura ad essere “rapida, rigorosa e severa nell’accertamento delle responsabilità penali.

Il leader della Cisl continua:

“In attesa di capire le circostanze in cui si è consumata la tragedia è di tutta evidenza che ci sono ancora lacune nella filiera della sicurezza sui luoghi di lavoro, lacune che vanno individuate per evitare ulteriori tragedie.

Nell’esprimere la mia solidarietà e quella di tutta la Cisl alla famiglia del giovane lavoratore scomparso considero doveroso moltiplicare gli sforzi per riportare il tema della sicurezza al centro del dibattito pubblico.

Le sempre più frequenti operazioni di polizia contro il lavoro irregolare, non ultima quella di ieri in provincia di Matera, segnalano che la lunga crisi economica e sociale ha pericolosamente abbassato la soglia di percezione dell’insicurezza e allargato le maglie dell’irregolarità.

La lotta al lavoro irregolare va però fatta anche sul terreno della prevenzione promuovendo una vera cultura del ‘buon lavoro’ e premiando con adeguati incentivi morali le imprese che operano correttamente e in modo responsabile.

La tragedia di Tito è perciò anche un monito alle forze sociali affinché la battaglia per il ‘buon lavoro’ diventi obiettivo condiviso da tutti da mettere in pratica in modo sempre più capillare attraverso lo strumento della contrattazione aziendale e territoriale”.

Intanto oggi una manifestazione di solidarietà si sta mobilitando tra le fila dei sindacati.

Per sottolineare l’importanza della sicurezza sul lavoro, le segreterie di Fim-Fiom-Uilm Basilicata aderiscono allo sciopero proclamato da Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti.

In una nota sindacale si legge:

“I metalmeccanici sostengono fortemente le rivendicazioni relative al corretto rispetto delle normative e per maggiori investimenti in sicurezza richiamate dalla proclamazione di sciopero nel settore dell’igiene ambientale”.

Lo sciopero si terrà secondo le modalità decise dalle Rsu a livello aziendale.