ANTONELLA, MOGLIE E MADRE LUCANA, FERITA DAL SUO PARROCO. ERA ANDATA IN CHIESA PER UNA RIUNIONE MA…

Davvero un colpo basso e di cattivo gusto, quello incassato da Antonella Giosa, una 47enne della provincia di Potenza, da parte del suo parroco don Pompeo Monaco.

Antonella è sposata ed è madre di due splendide figlie, da sempre ha partecipato attivamente alla vita parrocchiale guidata dalla fede cristiana alla quale ha sempre creduto.

Proprio l’amore e lo spirito umanitario verso il prossimo ha spinto Antonella ad iscriversi all’Arcigay Basilicata (perché ricordiamo che l’associazione è aperta a tutti non solo agli omosessuali) ricoprendo addirittura il ruolo di vice presidente.

Evidentemente questa scelta non è stata vista di buon grado da don Pompeo, parroco di Savoia di Lucania (paese in cui vive Antonella) tanto che nei giorni scorsi durante una riunione organizzata in vista delle cresime del prossimo Novembre, sull’altare della chiesa madre ha esordito con queste parole (che ci ha riferito la stessa Antonella):

“Chi aderisce all’Arcigay non può fare da madrina o da padrino nei sacramenti”.

Alla riunione erano presenti i genitori dei futuri cresimanti e tra loro anche Antonella che ci ha raccontato:

“È chiaro che l’avviso di don Pompeo era rivolto a me però io non ero lì per fare la madrina a nessuno ma solo per dire che mia figlia quest’anno non avrebbe fatto la cresima.

Conosco bene le regole del diritto canonico e quindi so anche che la chiesa italiana non accetta padrini e madrine omosessuali ma qui il punto è un altro.

Don Pompeo non ha detto questo ma ha dichiarato che chi aderisce all’Arcigay non può fare da madrina o da padrino nei sacramenti, fomentando così una forma di odio nei confronti degli omosessuali.

Don Pompeo è parroco a Savoia di Lucania dal 2003, non abita in questo comune quindi a mio avviso non conosce a fondo il vissuto dei cittadini, come nel mio caso che sono sempre stata attiva alle iniziative parrocchiali.

Non è stato in grado nemmeno di fare aggregazione tra i giovani e i fedeli, ciò è dimostrato dai banchi della chiesa sempre vuoti.

Adesso si permette di dare lezioni di vita a me emarginando la classe sociale che rappresento, malgrado sappia che io sono eterosessuale quindi qualora lo volessi potrei fare tranquillamente da madrina, così come accaduto negli anni passati.

Ad oggi non ho ricevuto nemmeno una telefonata di scuse da parte di don Pompeo e sono proprio curiosa di sapere come motiverà questa sua presa di posizione Domenica durante l’omelia.

Se ho scelto di raccontare questa storia, mettendoci la mia faccia, l’ho fatto solo perché credo in determinati valori e sono contro le ingiustizie.

La chiesa dovrebbe accogliere non emarginare ecco perché chiederò un incontro con il vescovo della diocesi di Potenza affinchè faccia luce su questa vicenda sperando di dare uno scossone a quella che è una mentalità radicata nei piccoli paesi che vede come “Satana” tutti coloro che hanno il coraggio di contrastare l’idea di un parroco”.

Abbiamo provato a raggiungere telefonicamente don Pompeo per avere la sua versione dei fatti ma invano.