Basilicata: “In trenta anni persi più di 70.000 abitanti. Grave la carenza delle politiche a favore dei minori”! La denuncia

“In qualità di Garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza avverto come ineludibile il dovere di adempiere, in un momento particolarmente eccezionale come il momento presente, al compito essenziale di Istituto, quello di fornire leale e corretta collaborazione agli Organi istituzionali perché sia raggiunto nella nostra regione l’obiettivo che è stato posto in materia di politiche per i minori, così come sancito dall’ordinamento sopranazionale, europeo e nazionale: l’obiettivo di pervenire alla ‘piena attuazione dei diritti dei minori’, superando ogni mediocrità e ogni attendismo ormai inaccettabili e ingiustificati”.

E’ quanto affermato dal garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Vincenzo Giuliano che, nell’adempiere a tale compito d’Istituto

“avverte come pressante ed inderogabile il dovere di inviare agli organi preposti la presente nota che è determinata da molteplici motivazioni.

In primo luogo intendo richiamare il coro di voci che ormai si leva da ogni parte a segnalare, come peraltro già fatto più volte da questo Ufficio, e come ben espresso nel ‘Piano Strategico regionale 2021-2030’, che il problema di più rilevante importanza e priorità per la nostra regione si riscontra nello spopolamento demografico, come effetto di una serie di concause che si ritrovano nell’incertezza dell’occupazione sia maschile che femminile, nel disagio economico delle famiglie, nella lievitazione dei costi dei beni essenziali e, nello specifico, nella mancanza di posti negli asili nido, negli alti prezzi delle rette mensili negli asili e delle mense nelle scuole dell’infanzia.

Una situazione quella dei servizi per la fascia di età dei bambini da 0 a 6 anni che, ben lungi dal migliorare, negli ultimi tempi presenta un andamento in regressione.

Quanto allo specifico dello spopolamento demografico è necessario tenere in prioritaria evidenza che l’emergenza principale della Basilicata e certamente la più preoccupante per il suo futuro, persino quello prossimo, è rappresentata dall’emigrazione, caratterizzata da un andamento negativo che ormai dura da trenta anni e che negli ultimi anni non solo non ha trovato inversione di tendenza ma addirittura si è aggravato ed accelerato.

A tanto bastino alcuni dati: nel 1990 i lucani residenti erano 611.000; nel 2022 sono stati contati solo 538.000 abitanti.

In trenta anni sono stati persi più di 70.000 abitanti.

Nel solo ultimo anno, la popolazione regionale ha perduto altre 5.130 unità, senza contare i 40.000 lucani che hanno preso la via dell’emigrazione nel solo decennio dal 1961 al 1970.

Ma è evidente a tutti che l’emigrazione rappresenta l’effetto di altri fattori negativi, tra i quali il primo posto è occupato proprio dalla grave carenza delle politiche a favore dei minori, specie quelli delle fasce 0-6 anni, ove si determina una situazione che rappresenta in realtà la negazione dei principi declamati negli ordinamenti legislativi e programmatici di ogni ordine e grado, e che, in particolare, si pone in aperta contraddizione con la tanto celebrata enunciazione del principio secondo cui l’obiettivo della funzione pubblica consiste nella ‘piena attuazione dei diritti dei minori’.

‘Piena attuazione dei diritti’ che si configura soltanto quando la fruizione degli stessi, da parte di tutti i bambini, è universale, incondizionata e gratuita.

Quanto a tale problematica, in aggiunta ai tanti documenti già segnalati nelle note elaborate precedentemente da questo Ufficio è opportuno segnalare l’‘Ottavo Rapporto – Save the Children’, richiamato in un articolo pubblicato dal quotidiano ‘Avvenire’ di giovedì, 11 maggio 2023, a firma di Luca Liverani, dal titolo particolarmente significativo: ‘Le equilibriste – La maternità in Italia 2023’.

In esso si rileva tra l’altro come e più dell’Italia intera, a rischio futuro è proprio la Basilicata.

In tale Rapporto si afferma che, fatto 100 il riferimento medio nazionale, tra le regioni meno amiche delle mamme si contano, tra le ultime, la Campania (87,7), la Sicilia (88,7), la Calabria (90) e la Puglia (90,6); ma l’ultimissima posizione è occupata proprio dalla nostra regione, la Basilicata (84,3).

Non possiamo, anzi è nostro inderogabile dovere porre dolenti interrogativi e cercare le dovute risposte: Come si spiega tutto ciò?

Come è stato possibile che sia accaduto tutto questo?

Quali le cause di questa situazione fallimentare?

E di chi le responsabilità?

Cosa va fatto, per scongiurare questa china che porta al precipizio?

Cosa va fatto non domani o dopodomani, ma cosa andava fatto ieri e che, tutti noi lucani, governanti e governati, non abbiamo voluto o saputo fare. Cosa va fatto oggi.

La Basilicata ormai da decenni non è più la terra tanto vituperata da una certa pubblicistica di maniera, che la definiva come la terra degli ‘anfratti e delle rovine’, la terra dal destino avverso; la Basilicata è ormai universalmente definita come il ‘Texas dell’Italia’, come la regione più ricca di risorse del sottosuolo, del suolo e dell’aria: acqua, boschi, petrolio, gas, energia eolica, tutto in abbondanza.

Se nella seconda metà del secolo scorso ci si poteva rifugiare nell’addebitare l’incontenuto ed incontenibile flusso migratorio dei lucani verso le destinazioni più diverse nel mondo alla scarsità delle risorse materiali del territorio come anche all’assenza di figure professionali ed imprenditoriali; oggi queste pseudo scusanti non hanno più motivo alcun fondamento, in quanto la Basilicata ha risorse materiali, professionali e tecniche di primo livello.

Quali allora le cause di questa situazione preoccupante persino per il futuro della Basilicata come nella sua permanenza come istituzione regionale?

Quali i rimedi da mettere in atto?

Cosa fare?

La risposta è di immediata comprensione: per contrastare efficacemente lo spopolamento della regione, occorre ripartire dalle politiche per il mondo dei minori, per motivazioni di chiara evidenza.

Il mondo dei minori rappresenta quasi il 20 per cento della popolazione e considerando le rispettive famiglie, ne rappresenta circa il 50 per cento.

Inoltre, le età dell’infanzia e dell’adolescenza segnano gli anni in cui si costruisce non solo la personalità del cittadino ma si costruisce anche il suo futuro sociale e lavorativo.

Assicurando la piena attuazione dei diritti dei minori si realizza realmente il sogno di una società presente e futura coesa e solidale.

In precedenti comunicazioni inviate, sin dal 2017, ho più volte segnalato la necessità di mettere in atto un Piano operativo a carattere straordinario di medio-lungo periodo.

Ho più volte proposto di mettere in campo tutte le energie disponibili, pubbliche e private, materiali e immateriali, istituzionali e professionali.

Già in una precedente nostra proposta avanzata in una nota del giugno 2022, che riprendeva quella degli anni precedenti, avevamo affermato che, a nostro parere, ‘la piena attuazione dei diritti dei minori’ potesse e dovesse costituire l’asse portante della programmazione di medio e lungo periodo per la Basilicata.

Abbiamo, con responsabile preveggenza, indicato anche le modalità attuative di tale proposta programmatica: un Piano operativo integrato, a carattere straordinario, con cui affrontare tutte le tematiche del mondo dei minori, attivando tutta la rete della sussidiarietà istituzionale.

Abbiamo fornito anche un calcolo di massima per un preventivo economico finanziario, indicando nella cifra di 35 milioni di euro annuali l’ammontare delle risorse finanziarie necessarie per garantire la fruizione dei servizi pubblici (rette mensili e mense) sia negli asili nido che nelle scuole materne ed elementari alla totalità degli aventi diritto, per assicurare a tutti la gratuità dei servizi e per creare circa 1.000 nuovi posti di lavoro.

Le politiche a favore degli allievi delle scuole medie superiori non necessitano che di qualche milione di euro.

In dette nostre proposte erano state segnalate anche le possibili fonti di finanziamento: royalties petrolifere, risorse dei Fondi strutturali europei, fondi di bilancio, partecipazione degli Enti locali.

Attualmente, si osserva con interesse ed attesa che le disponibilità finanziarie che sarebbe possibile ed auspicabile destinare anche alle politiche a favore dell’Infanzia e dell’Adolescenza sono cresciute notevolmente.

Rispetto alle disponibilità finanziarie già esistenti, ulteriori risorse sono state rese disponibili in aggiunta a quelle già dovute a titolo di royalties petrolifere.

Secondo ‘il Sole 24 Ore – Economia, in forza degli accordi sottoscritti dall’Eni con la Regione’, compensazioni aggiuntive alle royalties sono state concordate tra le parti per importi da 120 a 140 milioni di euro l’anno, su greggio, gas metano e Gpl.

A queste sono da aggiungere tra i 60 e i 70 milioni annui per i prossimi dieci anni, per un totale di circa 200 milioni l’anno, che per dieci anni ammontano a due miliardi di euro, in più.

Si può, quindi, in conclusione affermare che, per poter mettere in atto le politiche che sono utili, necessarie e doverose, per salvare la Basilicata dalla prospettiva paventata e temuta, oggi e nei prossimi anni le risorse sono disponibili e sono più che sufficienti.

Ed è da considerare attentamente che la Basilicata, stanti tali disponibilità, non ha più il vincolo della scarsità delle risorse finanziarie e quindi può non limitare la propria programmazione pluriennale al conseguimento degli obiettivi parziali fissati dai documenti di programmazione pluriennali di ambito nazionale ed europeo.

La Basilicata si trova oggi nelle condizioni di fare scelte di sicura coerenza politica e istituzionale, assumendo come proprio obiettivo distintivo e qualificante quello della ‘piena attuazione dei diritti dei minori’, secondo i principi istitutivi dell’universalità, della incondizionatezza e della gratuità dei diritti soggettivi delle bambine, dei bambini e degli adolescenti lucani.

Dare attuazione alla proposta sopra evidenziata sarebbe motivo di orgoglio e di distinzione non solo per tutto il popolo lucano ma specialmente della sua classe politica e dirigente.

Tanto si propone nella consapevolezza che il ‘Piano d’intervento straordinario per le politiche rivolte ai minori’ qui proposto ha in sé valenze decisive per il futuro della nostra regione: avrà la forza di coinvolgere le famiglie dei minori in un cambiamento epocale nel rapporto con le Istituzioni pubbliche, sarà moltiplicatore delle energie umane e materiali esistenti nella nostra comunità regionale, fungerà da animatore delle risorse professionali personali e sociali, specie quelle rappresentate dall’associazionismo e dalla cooperazione già tanto presenti ed attive nel nostro territorio, fornirà energia nuova alla sussidiarietà interistituzionale, coinvolgendo le istituzioni pubbliche presenti su tutto il territorio regionale: comuni, Aziende sanitarie, sistema scolastico.

Tutti coinvolti e corresponsabilizzati nella realizzazione di un grande disegno programmatico, che assicurerà il futuro della nostra terra”.