Al Convegno Nazionale “Attualità in ematologia” svoltosi a Ferrara il 23 e il 24 Giugno, due progetti condotti da ricercatori lucani dell’IRCCS-CROB di Rionero in Vulture hanno ottenuto un grande riconoscimento.
Francesco La Rocca, 32enne di Policoro, e Ilaria Laurenzana, 30enne proveniente da Potenza, hanno ricevuto la notizia dal direttore scientifico del CROB Pellegrino Musto che era presente al convegno.
Su circa 30 lavori di gruppi di ricerca italiani, i nostri ricercatori si sono classificati rispettivamente quinto e sesta.
Li abbiamo intervistati e ci hanno spiegato che pur lavorando a due progetti differenti, entrambi hanno collaborato all’interno dell’equipe di oncoematologia, composta da Stefania Trino, Luciana De Luca e Antonella Caivano, che tengono a ringraziare in particolar modo.
Francesco La Rocca, spiegaci lo scopo della tua ricerca.
“Uno degli obiettivi principali è stato quello di identificare nuovi marcatori coinvolti nei processi di metastatizzazione del mieloma multiplo, uno dei più frequenti tumori del sangue.
In particolare, è stata identificata una proteina, “EphA3”, maggiormente espressa nelle cellule neoplastiche rispetto alle cellule sane.
Diversificando le cellule non tumorali da quelle di mieloma, tale molecola costituisce un target terapeutico ideale in una malattia finora incurabile.
Ci sono già stati studi pregressi che sono andati in questa direzione?
“Sì, ma non nel caso di tumori ematologici, essendo stato lo stesso recettore identificato finora solo nei tumori solidi.
Attraverso una collaborazione con un gruppo di ricerca australiano della Monash University di Melbourne coordinato dal professor Lackmann, è stato possibile utilizzare un anticorpo monoclonale per mettere a punto una terapia molecolare a bersaglio”.
Da quanto tempo collabori con il CROB e qual è stato il tuo percorso di studi?
“Collaboro con il CROB da 4 anni, ho conseguito la Laurea in Scienze Biologiche presso l’Università Sapienza di Roma e, in seguito, ho trascorso un periodo formativo a Parigi.
Attualmente sto conseguendo una specializzazione in Biochimica clinica”.
Sogno nel cassetto e chi vuoi ringraziare?
“Vorrei continuare a vivere e lavorare in Basilicata e spendermi per la ricerca che rappresenta per me, oltre che un lavoro, una grande passione.
Un riconoscimento va al gruppo di Melbourne e al professor Lackmann nonché al gruppo di ricerca del BIOGEM che ha fornito un supporto di primo piano nella realizzazione di questo studio”.
Ilaria Laurenzana, il tuo progetto di cosa si occupa?
“Lo studio si occupa di una leucemia a cellule natural killer, che può presentarsi in due forme, quella cronica, e quella aggressiva, quest’ultima più rara e più grave e che allo stato attuale non dispone di una cura.
Uno degli obiettivi è stato quello di studiare la proteina “Fyn” che potrebbe avere un ruolo importante nella progressione di questa leucemia.
In collaborazione con il gruppo di ricerca dell’Università di Siena guidato dal professor Maurizio Botta, è stata sintetizzata una molecola che ha la funzione di bloccare questa proteina.
Quindi lo scopo di questo studio è capire se la molecola, inibendo le funzioni della proteina Fyn, è in grado di uccidere le cellule malate.
Per ora siamo nella fase preliminare con studi in vitro, ma l’intenzione è quella di approfondire l’analisi sulla specificità di questa molecola per capire se può essere un punto di partenza per la progettazione di un nuovo farmaco”.
Dove hai studiato e qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Mi sono laureata a Siena in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, dopo la laurea ho conseguito un master in progettazione di farmaci sempre a Siena.
Collaboro con il CROB di Rionero da circa 5 anni. Qui ho conseguito un dottorato di ricerca in scienze chimiche e farmaceutiche per conto dell’Università di Siena occupandomi di leucemia mieloide cronica.
Condivido lo stesso sogno di Francesco, dare un contributo alla ricerca e spenderlo qui in Basilicata, la nostra terra”.
Chi vuoi ringraziare?
“Il gruppo di ricerca di Siena e soprattutto il professor Botta, con lui ho condiviso non solo questa esperienza ma anche il percorso di laurea e altre collaborazioni, è stato e continua ad essere un punto di riferimento”.
Attualmente gli studi stanno attraversando la fase di revisione, che consiste nell’effettuare esperimenti aggiuntivi per rafforzare i dati che sono emersi, dopodiché ci sarà la pubblicazione dei lavori su due riviste scientifiche internazionali.
Per i due ricercatori, che hanno già pubblicato diversi studi, si tratta della prima pubblicazione dove il loro nome compare come primo.
Entrambi vogliono ringraziare il CROB che ha investito tanto per la ricerca e ha reso possibile il raggiungimento di questo grande traguardo.