Maratea: “Il Parco Marino paralizzerà il nostro territorio”! A dirlo…

A seguito della notizia da parte del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa sullo stanziamento dei fondi per l’Area marina protetta di Maratea, diverse sono state le reazioni.

Il progetto, infatti, se da un lato si muove a salvaguardia dell’ecologia e del valore storico culturale del territorio, dall’altro sembra accompagnato dall’ombra di eccessivi vincoli ambientali secondo gli operatori del settore turistico, i balneari e i naviganti.

Dalle cartografie riguardanti le ipotesi di perimetrazione dell’Area Marina Protetta risalenti al 2015, si nota che il sistema di zonizzazione riguarda il tratto di costa che va dal Canale di Mezzanotte al Porticello di Castrocucco, con la Zona A dei Crivi che rappresenta la Riserva integrale, le zone B di Riserve generali che vanno dalla Rotondella alla Torre di Apprezzami l’Asino e dalla Punta della Matrella alla Punta di Caino; il restante tratto di Costa, escluso l’ingresso del Porto di Maratea, rientra nella zona C di Riserva parziale.

Giuseppe Possidente, pescatore storico di Maratea, sottolinea:

“Credo che l’idea di Parco Marino si possa sviluppare in luoghi dove ci siano le condizioni adatte.

Il nostro territorio costiero complessivamente ha otto miglia di navigabilità che corrispondono a sedici chilometri, con spiagge che hanno subito negli anni fenomeni visibili di erosione.

Siamo di fronte ad un territorio che i naviganti e i bagnanti hanno sempre vissuto liberamente e rispettato, un territorio che a mio avviso non ha bisogno di vincoli ambientali per essere salvaguardato, esistendo già le comuni limitazioni marittime e i vincoli archeologici, come per l’area di Santo Janni che (negli anni ottanta insieme alla dottoressa Bottini dei Beni Culturali) ho contribuito a monitorare con il reperimento di ancore di epoca romana.

La storia di Maratea è una storia di marinai, di bagnanti, di commercianti e di turisti che l’hanno sempre vissuta in libertà con attività di pesca legali e con attraversamenti nautici che non hanno mai avuto impatti inquinanti.

Il parco marino paralizzerà il nostro territorio e questo non darà benefici a nessuno, o meglio ai pochi interessati”.

Dello stesso avviso è il Comitato di Quartiere del Porto di Maratea, con il suo presidente Antonio Chiappetta, che in un comunicato diffuso su Facebook scrive che per la:

“zonizzazione Crivi noi saremo, da gente di buonsenso, favorevoli, perché visti i tempi nessuna opportunità di lavoro per i nostri giovani può essere ignorata, ma sicuramente non accetteremo imposizioni da nessuno.

Non a caso nel mese di Luglio, insieme ad alcune altre associazioni, decidemmo di procedere ad una raccolta firme che testimoniasse il fatto che non tutti i cittadini di Maratea fossero favorevoli all’AMP, come scorrettamente era stato fatto passare, in altro loco, da chi aveva fatto di questa cosa una questione personale”.

Preoccupati per il futuro anche i gestori dei lidi di Maratea.

I tratti di costa sabbiosi stanno, infatti, ritirandosi visibilmente di anno in anno e la possibilità di ripascimenti diventerà per loro impossibile.

Roberto Schettino, gestore di un lido, afferma:

“La priorità economica oggi sono le spiagge: Maratea ha bisogno della costa e delle sue spiagge, non si può lasciare il certo per l’incerto, e le spiagge sono la nostra certezza”.

Una questione, quella dell’Area Marina Protetta, che gli operatori e i cittadini di Maratea vogliono avere ben chiara, pensando ad una tutela adeguata del territorio che non sia imbrigliato in limiti invalicabili.

Gli attori del territorio stanno già procedendo a programmare incontri per discutere sul futuro della costa, con l’intento di aprire un tavolo di discussione pubblico, che vedrà presenti il Primo cittadino di Maratea Daniele Stoppelli e l’assessore regionale all’ambiente Gianni Rosa.