La Corte d’assise d’Appello di Potenza ha condannato a 14 anni di reclusione una donna di origini polacche, accusata di aver ucciso a Cersosimo (Potenza) un’anziana.
Il delitto fu commesso il 9 giugno 2013 ma siccome l’86enne assassinata fu dimessa dall’ospedale solo da pochi giorni (perché “ormai in fase terminale”), non si pensò ad un omicidio ma ad una morte naturale.
Dopo 2 anni (2015) la polacca, presa dai sensi di colpa, confessò l’omicidio dicendo di aver soffocato la nonnina (con l’aiuto di un connazionale) perché ostacolava la relazione tra lei e il figlio dell’ anziana.
All’epoca dei fatti, lo stesso figlio della vittima, mandò via da Cersosimo i due polacchi accompagnandoli addirittura alla fermata dell’autobus (destinazione Monterotondo), e consegnando loro anche 70 euro per le spese.
Dopo la confessione i Carabinieri condussero le indagini partendo dall’autopsia sul cadavere della vittima e l’anatomopatologo confermò la presenza delle lesioni sul viso della donna.
Gli elementi raccolti dai militari e valutati dalla Procura della Repubblica di Lagonegro (Potenza), portarono il gip ad emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due polacchi.
In primo grado la donna, giudicata con il rito abbreviato, fu condannata a 16 anni di reclusione, mentre il connazionale, indicato come presunto complice, scelse di essere giudicato con il rito ordinario (poi assolto per non aver commesso il fatto).
Oggi con la sentenza della Corte d’assise d’Appello di Potenza si chiude questa vicenda raccapricciante con la condanna a 14 anni di reclusione per l’assassina polacca.