Potenza: “Asilo nido al San Carlo e in Regione Basilicata: che fine hanno fatto?”. Questa la situazione

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Uil Fpl Basilicata:

“Circa due anni fa la Stazione Unica appaltante determinò l’affidamento in concessione del servizio di asilo nido aziendale, tra gli altri, anche negli edifici della Regione Basilicata e dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza.

Una notizia che come sindacato salutammo con grande favore, anche per i risvolti sociali che avrebbe determinato sul modello di altre realtà regionali italiane.

A distanza di tempo, non si hanno notizie certe sulla gara mediante procedura aperta per l’affidamento in concessione del servizio.

Sembrerebbe che la stessa procedura di gara sarebbe stata espletata, ma nulla si conosce nel dettaglio, né sulla tempistica di un servizio così importante per la comunità e per i dipendenti di questi enti.

E’ risaputo, infatti che gli asili nido rappresentino un primo e delicato luogo di socialità del minore al di fuori della famiglia di origine.

La diffusione degli asili nido – poi – si interseca perfettamente anche con un’altra esigenza: la conciliazione della vita familiare con quella lavorativa.

È vero, infatti, che la loro assenza (o presenza a costi proibitivi) può essere un ostacolo insormontabile per la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, con conseguenze negative sul reddito delle famiglie e quindi anche sulla condizione materiale dei figli.

Sulla spinta di tanti esempi positivi che arrivano da altre regioni, anche la Basilicata ha avviato una procedura di gara, ma – come detto – nulla si conosce tanto sulla struttura che dovrebbe essere realizzata presso la sede della Regione Basilicata quanto di quella ubicata all’Ospedale San Carlo.

Restiamo in attesa di conoscere dettagli e delucidazioni, ma non possiamo non rimarcare la funzione sociale di un servizio così immaginato e della valenza che ne deriva.

Partendo dal fattivo superamento della diseguaglianza di genere e dall’odiosa pratica che relega la maternità a questione privata”.