Potenza: serve confronto per tutelare e valorizzare gli infermieri! Ecco le richieste

Riconoscimento economico in linea con la media europea, revisione e definizione degli organici per superare le carenze di personale e garantire maggiore sicurezza sul luogo di lavoro, favorire l’accesso al mondo del lavoro e la stabilità dello stesso, riconoscimento del ruolo dei docenti e dei tutor clinici in ambito universitario, superamento del vincolo di esclusività per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, riconoscimento delle competenze specialistiche, possibilità di coinvolgere anche i liberi professionisti nelle attività di screening sulla popolazione e nel rilascio delle relative certificazioni.

Sono queste le richieste dell’Opi, Ordine delle professioni infermieristiche di Potenza, che rivolge un appello alle istituzioni ed ai politici lucani affinché aprano un tavolo di confronto per discutere delle questioni relative alla categoria.

Ha spiegato la presidente dell’Opi Potenza, Serafina Robertucci:

“Non è più rinviabile una seria ed approfondita discussione sulle troppe questioni da risolvere per dimostrare nei fatti, e non solo con le parole, il valore che si vuole riconoscere alla nostra categoria. Quotidianamente, in particolare dall’inizio della pandemia, siamo in prima linea per garantire assistenza ai pazienti. Pur lusingati dai riconoscimenti e dalla sensibilità espressa da cittadini, istituzioni e politici vogliamo, ora, concretezza”.

Di particolare urgenza, per l’Opi Potenza, è la necessaria ridefinizione degli organici infermieristici.

Secondo quanto emerso dal rapporto CREA Sanità, Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità, il problema maggiore che riguarda la categoria, in Italia, è il deficit di personale che può essere colmato solo attraverso un’attenta pianificazione degli ingressi nel mondo del lavoro e ridisegnando il ruolo dell’infermiere in un sistema che ponga al centro del futuro sistema sanitario, l’assistenza territoriale.

Nel sottolineare il sacrificio degli infermieri impegnati senza tregua nella lotta al Covid-19, Robertucci ha ricordato:

“il grande senso di responsabilità, i sacrifici, l’abnegazione con cui la categoria ha fatto e fa ancora fronte all’emergenza sanitaria  resistendo davanti alle tante difficoltà ed alle carenze con turni, a dir poco, massacranti, in condizioni di stress emotivo notevole, tanto da mettere a rischio l’incolumità psico-fisica.

Oggi ci assale lo sconforto e il senso di frustrazione per la scarsa valorizzazione di una professione usurante, perno fondamentale per accompagnare il cittadino nel suo percorso di cura.

Servono risposte da parte delle istituzioni e della classe politica a cui abbiamo già dimostrato di meritare maggiore attenzione”.