Basilicata: “Passati cinque anni, i lucani ancora attendono il Piano sanitario regionale”. La situazione

Anziani, deboli, persone fragili dovrebbero essere ai primi posti insieme ai giovani, nella gestione delle politiche sociali.

Ma se si guarda allo stato delle cose c’è da mettersi le mani nei capelli.

La Basilicata arretra sempre più nelle performance sanitarie, come si evince dagli ultimi report Agenas e Gimbe, non garantendo servizi sanitari adeguati e assistenza ai primi, ai secondi un futuro dignitoso, scevro dalla solita retorica da campagna elettorale. Così rischiamo di scomparire”.

Lo dice Carmine Vaccaro, segretario regionale della Uil Pensionati di Basilicata.

Evidenzia Vaccaro:

“In questi cinque anni abbiamo assistito ad un peggioramento delle condizioni di vita di queste categorie, in particolare i più fragili sono stati ‘abbandonati’ da chi ha gestito la cosa pubblica. Non da noi sindacati.

Abbiamo lavorato e continueremo a farlo, a difesa di queste persone. Questa è e questa sarà la nostra missione.

Nonostante spesso ci siamo ritrovati di fronte un muro di gomma.

Siamo stati completamente messi fuori dalla concertazione e condivisione delle politiche programmatiche.

Non c’è stata alcuna programmazione. Ricordo che passati cinque anni i lucani ancora attendono il Piano sanitario regionale, annunciato come cosa fatta ma rimasto lettera morta.

E il ‘detto fatto’ che l’attuale governatore Bardi ci ha abituati a leggere nei suoi spot sui canali social, se si guarda al disastro che si sta consumando in sanità, sa di beffa. Una propaganda continua con l’obiettivo di anestetizzare gli umori e i problemi e portare a casa il mero consenso.

Nel Materano ci sono due Rsa bloccate ma nessuno sta muovendo un dito.

Ci sono le case di riposo di tutta la Basilicata costrette ad aumentare le rette perché in Regione in cinque anni non si è provveduto a realizzare il manuale di accreditamento. Ci sono problemi che toccano direttamente la vita dei cittadini a cui la politica è rimasta sorda. Silente”.

Dall’altro lato ci sono i nostri ragazzi costretti ad emigrare e a lasciare questa terra, a cui un bonus energetico non cambia la vita.

E’ mancata la visione per questa regione, la voglia e la volontà di ridarle un futuro che ad oggi sembra negato. Di contro abbiamo di fronte lo spettro della desertificazione, della povertà diffusa, di una sanità incapace di svolgere il suo ruolo. E di una politica inadatta.

L’orgoglio lucano con cui il presidente ha deciso di ripresentarsi alle elezioni, sa di presa in giro.

Proprio lui che tra i tanti dirigenti nominati ha scelto diversi non lucani.

Come se ci non fossero dalle nostre parti valide professionalità.

Dall’altro lato avevo riposto fiducia in un progetto politico nuovo che inopinatamente, è stato ridimensionato nella sua portata. Confido in una competizione sana, lontana dai personalismi.

Mi auguro per questa terra il meglio e che chiunque si ritrovi il 23 aprile a vestire i panni del futuro presidente, si passi una mano sulla coscienza, ricordandosi di governare i problemi, non di regnare.

Mettendo al primo posto deboli, anziani e giovani. Non gli interessi di parte. Non possiamo più aspettare.

Solo così la Basilicata potrà risollevarsi da questo torpore in cui è caduta”.