Basilicata: un progetto per evitare che la campagna vaccinale penalizzi gli over 65 residenti nelle aree rurali! I dettagli

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dal direttore Cia Potenza e Matera, Donato Distefano:

“Rafforzare la sanità a garanzia di tutti i cittadini per rinnovare il sistema socio-sanitario pubblico nelle aree rurali e in quelle urbane”: è il tema dell’assemblea regionale dell’Anp (Associazione Nazionale Pensionati) aderente alla Cia-Agricoltori che si è tenuta in videoconferenza. L’assemblea ha rinnovato gli organi eleggendo Paolo Carbone, presidente, Saverio Carlucci vice e Vincenzo Santarsiero segretario.

Nei giorni scorsi l’Anp ha rivolto un appello al commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, e al Presidente della Regione, Vito Bardi, perché la campagna vaccinale in corso non penalizzi le persone over 65 anni che risiedono nelle aree rurali.

Guardando al post pandemia è stata lanciata l’idea di costruire nella nostra Regione il Distretto della Salute e dell’Accoglienza d’intesa con i Comuni, la Cooperazione Sociale e il terzo settore, vincendo la sfida dei divari di cittadinanza che – è stato evidenziato – dobbiamo ripensare e riqualificare verso le nostre Comunità specie nei piccoli Comuni e nelle aree rurali che sono gran parte dei nostri territori, sia materiali che immateriali, con una forte spinta alla digitalizzazione e nuove forme di collegamento.

Si tratta di uno strumento sistemico che vuole aprire a nuove opportunità sul versante dello sviluppo della nostra Regione in termini di ospitalità e turismo sociale e accoglienza a partire dai nostri Borghi e nelle nostre strutture abitative.

Vogliamo partire dal variegato mondo dei pensionati che in Basilicata sono circa 200.000 e sono una risorsa sul versante culturale, sociale, etico e anche economico, un nuovo modello di invecchiamento attivo che trova nei borghi e nelle contrade lucane una nuova dimensione del vivere quotidiano in serenità, in Comunità armonioso e organizzate.

L’Anp punta ad avviare un grande progetto di ospitalità diffusa che fa del benessere e dell’invecchiamento attivo e tutelato il perno di una nuova cultura della residenzialità sociale e socio-sanitaria attivo all’interno di realtà che presentano elevati standard di qualità della vita partire dalla salubrità dei luoghi dalla qualità dei servizi alle cure e all’assistenza della persona da garantire a livello locale e nei nostri Comuni.

Vi sono tutte le condizioni per aprire a questo macro-segmento economico che deve diventare occasione di imprenditorialità ad ogni livello con specializzazioni e acquisizioni di competenze per elevare la qualità delle relazioni, nell’organizzazione dei servizi nel garantire assistenza a persone e famiglie che chiedono una nuova qualità della residenzialità fatta di sicurezza e tranquillità su ogni cosa e su tutti i bisogni come persona, cittadino e utente.

Sulla scorta di queste elaborazioni presenteremo nelle prossime settimane alla Regione e nello specifico al Dipartimento Tutela della persona un apposito dossier che vuole rappresentare e tenere in debita considerazioni alcune peculiarità dei Pensionati Lucani, di cui oltre il 50% vive in piccole realtà Comunali rurali e frazioni, che percepisce in circa l’80% dei casi meno di 1.000 € mensile e di queste oltre 1/3 sono prestazioni integrate al minimo con importi mensili di circa 500 €.

Questa stato di cose richiama un’altra peculiarità tutta Lucana, che riguarda il basso tasso demografico fra abitanti e territorio, che vede oltre 100 Comuni sotto i 5.000 abitanti, circa 90 sotto i 3.000, 30 sotto i 1.000 e 10 sotto i 500, che si compone di oltre 2.000 contrade rurali tutte abitate, e che conta una popolazione di circa 560.000 abitanti di cui circa il 30% è ultra65enni e oltre 15% ultra80enni e poco più di 200.000 nuclei familiari.

Tale situazione demografica è il fattore discriminante di tutte le politiche riconducibili ai servizi alla persona e alle salute, nella nostra Basilicata, con risvolti evidenti sia sulla spesa-costi, sia sulla qualità della stessa e persino sul versante occupazionale.

Per l’ANP-CIA è da questo ineludibile status di cose che bisogna ripartire per scrivere progetti e programmi nella nostra Regione, compreso i piani riconducibili ai servizi socio-assistenziali e socio-sanitari che devono tener conto anche della ‘lezione’ che emerge dal Covid e di come gestiamo la fase post Covid19″.