Auguri a tutti coloro che festeggiano San Donato.
Uno dei santi più amati della nostra provincia, che vede soprattutto in Ripacandida un importante punto di riferimento per la presenza della Chiesa a lui dedicata, un tempio sacro di una bellezza artistica senza eguali.
“La piccola Assisi”, con la quale è peraltro gemellata, è così definita per gli affreschi contenuti all’interno.
Ed è proprio a Ripacandida che è nato San Donato, o San Donatello per distinguerlo dal San Donato di Arezzo, nel 1179.
All’età di quattordici anni, manifestò la sua vocazione, partendo alla volta del monastero benedettino di Sant’Onofrio di Massadiruta, a Petina.
Troppo giovane, gli fu detto di tornare dopo un anno.
L’anno seguente, nel 1194, fu indirizzato all’abbazia di Montevergine fondata nel 1124 da san Guglielmo da Vercelli.
Dopo aver compiuto l’anno canonico, nel 1195, l’abate Pascasio lo accolse al monastero Sant’Onofrio di Massadiruta.
Fu impiegato nei lavori più umili, l’orto, il pollaio, il pane, senza mai lamentarsi.
Di notte scendeva alle pendici del monte ed, in una caverna scavata dalle acque del torrente che passava sotto il monastero, offriva le sue penitenze a Dio.
Mentre i suoi confratelli dormivano, si immergeva nell’acqua gelida fino alla vita, qui pregava e prima che i frati si destassero rientrava al convento.
Una mattina, mentre Donatello si trovava nella grotta, l’abate lo cercò ed avendo trovato le sue vesti pensò che egli tramasse qualcosa, le raccolse e le portò via per punirlo.
Ma quando il Santo uscì dalla grotta, trovò le vesti dove le aveva lasciate. L’abate seguendolo scoprì che il giovane, di notte, faceva penitenza nel fiume.
Numerosi salivano a lui dalla vicina Auletta e dai paesi vicini per cercare consigli e conforto per i mali del corpo e dell’anima.
Dopo una breve e prodigiosa vita, circondato dai confratelli, spirava il 17 agosto 1198 a soli 19 anni.
Facciamo tanti auguri a coloro che portano il nome di Donato.