Potenza: buone le condizioni dell’Istituto Penitenziario Minorile anche se non mancano criticità. I dettagli

Si chiude con la visita all’Istituto Penitenziario Minorile di Potenza “E. GIANTURCO”, il progetto di Visita alle 70 carceri e ai 17 IPM che l’ONAC Osservatorio nazionale carceri dell’AIGA ha avviato a partire dal 25 marzo 2024.

Dopo Melfi, Potenza e Matera, il 9 aprile 2024 una delegazione composta dagli avvocati Maria Teresa TRALLI, Federico Ottati, Annalisa Tomasiello, Roberta Fiore, è stata accolta in struttura dalla Dott.ssa Marsia Pennella – Sostituta direttrice e funzionaria della professionalità pedagogica e dal Commissario Capo Penitenziario Federico Telesca.

La visita ha permesso di affrontare alcune complesse questioni che riguardano l’IPM ma di coglierne anche gli aspetti positivi, primo fra tutti quello relativo alla scolarizzazione di tutti i ragazzi detenuti, due dei quali seguono persino un percorso universitario: uno è iscritto alla facoltà Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari, l’altro alla facoltà di filosofia della Sapienza Roma.

Coloro che, invece, frequentano il triennio delle superiore possono usufruire di professori esterni che impartiscono lezioni direttamente nell’istituto minorile.

La polizia penitenziaria presente nell’istituto opera senza divisa e mantiene ottimi rapporti con i ragazzi detenuti.

Rispetto alle attività lavorative, si apprende che dei quattro ragazzi che svolgono lavoro esterno in articolo 21, uno di loro – dopo uno stage formativo – è stato assunto presso un rinomato ristorante potentino.

Gli altri, svolgono lavori interni per l’istituto, ad esempio per la cura e la pulizia degli spazi comuni, per la preparazione e la somministrazione del vitto.

Problematica, invece, risulta la frequentazione dei corsi di formazione, in passato gestiti dall’ARLAB; nelle ore pomeridiane, infatti, non sono più garantiti i corsi di formazione che fino a qualche mese fa hanno visto una partecipazione vivace dei ragazzi, come il laboratorio artigianale dolciario denominato “Il Forno dei Briganti, in cui i ragazzi preparavano prodotti da forno per il consumo interno e la vendita all’esterno, che purtroppo oggi è un’ampia sala cucina dotata di forni, frigoriferi e diversi altri macchinari ma di fatto in disuso.

L’istituto, che si presenza in buone condizioni di manutenzione, attualmente ospita 16 detenuti, per lo più maggiorenni tra i 18 ed i 25 anni, gran parte provenienti dalla Puglia, che hanno commesso i reati da minorenni.

Nell’Istituto gli operatori, la direzione e il personale di polizia penitenziaria operano in sinergia e con grande sensibilità per promuovere il recupero sociale dei ragazzi attraverso progetti di intervento educativo personalizzati e percorsi di giustizia riparativa; tuttavia, le condizioni di disagio e di devianza, le stesse in cui sono maturati i reati, portano spesso i ragazzi a violare misure alternative, con conseguente alto tasso di recidiva.

La direttrice, tra le criticità che potrebbero essere oggetto di miglioramento, annovera, oltre all’assenza di fondi adeguati per gli IPM, l’assenza di personale adeguatamente specializzato; agli operatori, infatti, non è assicurata una formazione adeguata alle peculiarità che si vivono in una struttura come un IPM.