Con una nota ufficiale il Sindaco di Paterno, prof.ssa Tania Gioia, ha inteso portare all’attenzione dell’Assessore alla Salute e Politiche della persona, Fanelli, dell’Assessore alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Galella, dell’Assessore all’Ambiente, territorio ed energia, Latronico, e per conoscenza di Sua Eccellenza il Prefetto di Potenza, Campanaro, lo stato di perenne criticità che tutt’oggi ancora persiste per la massiccia e sovradimensionata presenza della specie cinghiale sul territorio comunale di Paterno, invocando al contempo soluzioni immediate e interventi urgenti.
Criticità che chiaramente e ragionevolmente rappresentano un problema di portata regionale e nazionale, ma che gli strumenti predisposti in ragione del Piano di eradicazione e di gestione della specie cinghiale, voluti dal Commissario straordinario alla PSA, a seguito del diffondersi dell’emergenza epidemiologica, non hanno affievolito, attenuato e risolto.
Scrive il Sindaco Gioia:
“Mi preme l’obbligo di rammentare che ormai da più di 6 mesi il Comune di Paterno, che ricade nel perimetro dei vincoli legati all’Area protetta del Parco dell’Appennino Lucano Val d’Agri – Lagonegrese, è stato dichiarato, al pari di altri Comuni lucani, Zona infetta per Peste Suina Africana con la conseguenza di ulteriori restrizioni e ricadute negative per le popolazioni, le aziende agricole e zootecniche.
Il Comune di Paterno, già dalla prima fase, così come gli altri Comuni, di concerto con Dipartimenti regionali, Servizio veterinario Asp e grazie al prezioso contributo dei volontari e dei selecontrollori dell’Ambito Territoriale di Caccia 3, ha contribuito, così come richiesto, all’attività di monitoraggio e controllo per la ricerca attiva di carcasse di cinghiali.
L’inserimento in Zona infetta (Zona rossa), con le prescrizioni e le restrizioni che ne sono conseguite, anche in termini di divieto di caccia al cinghiale, ha di fatto comportato il proliferare degli ungulati e l’aumento vertiginoso della popolosittà della specie cinghiale.
L’emergenza epidemiologica dovuta alla PSA, quindi, ha riportato in maniera preponderante al centro dell’agenda politica e amministrativa la necessità non solo di un Piano di gestione ed eradicazione ma anche di contenimento della specie cinghiale su tutto il territorio regionale che, tenendo conto anche dell’assenza di atti e strumenti attuativi propri in tal senso dell’Ente Parco, ha visto il Commissario straordinario tracciare delle Linee guida che, con prescrizioni ma anche con deroghe, tracciassero la strada per ridimensionare gradualmente il sovrappopolamento degli ungulati’.
Sommessamente ma fermamente, però, sono a far notare che, sebbene i Dipartimenti di cui le SS.LL. detengono la titolarità politica operino costantemente in sinergia con il Commissario straordinario alla PSA e che siano state messe in campo misure ed atti amministrativi volti a migliorare lo stato delle cose, permane ancora un perenne stato di disagio e di pericolo costante sul territorio del Comune di cui mi pregio di essere Sindaco.
Oltre al registrarsi di danni alle colture e di razzie nei campi, infatti, gruppi indisturbati di cinghiali si rendono protagonisti di incursioni e scorribande lungo le strade dell’abitato e del centro urbano, ponendo in essere una seria minaccia tanto per la sicurezza stradale quanto per l’incolumità pubblica.
Vien da sé che il sovradimensionamento della specie cinghiale, oltre ad alterare gli equilibri naturali e gli ecosistemi anche delle micro – aree, rappresenti un elemento di paura per le comunità e di forte tensione sociale per le collettività.
Forte di questa evidenza e per quanto espressamente esplicitato sia in premessa sia in narrativa, sono a sollecitare alle SS.LL, anche per quanto stabilito, con provvedimenti normativi e attuativi già adottati, dal Commissario straordinario alla PSA in termini di depopolamento, diradamento e contenimento anche nelle Aree protette, soluzioni immediate, provvedimenti urgenti e l’adozione di tutte le azioni possibili per ristabilire condizioni di sicurezza e vivibilità, considerando ad esempio la possibilità di far partire il Piano di abbattimento 2024 – 2025 nelle Zone infette ricadenti anche nelle Aree protette”.