Potenza, firmata in Prefettura l’intesa a sostegno delle vittime di tratta e sfruttamento. I dettagli

Stamane, presso il Palazzo del Governo, il Prefetto di Potenza Michele Campanaro e il Presidente della “Società cooperativa sociale ADAN” Giovanni Ferrarese hanno sottoscritto il protocollo d’intesa per l’avvio del progetto “Persone, non schiave”, in attuazione del bando 5/2022 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità.

La Società ADAN, da sempre impegnata nell’erogazione di servizi socio-assistenziali ed educativi in favore delle fasce più vulnerabili della popolazione, con il suddetto progetto assicurerà adeguate condizioni di alloggio, assistenza sanitaria e integrazione sociale a favore dei cittadini degli Stati membri dell’Unione europea e degli stranieri vittime dei reati di tratta, di riduzione in schiavitù e di grave sfruttamento.

Il documento pattizio prevede la creazione di una rete di collaborazione tra la Prefettura di Potenza e la società ADAN per lo sviluppo, a livello territoriale, di progetti di protezione, in particolare, per le donne e i minori vittime di tali reati.

Ha dichiarato il Prefetto Campanaro:

 Il protocollo sottoscritto oggi sancisce un comune impegno con la società ADAN per favorire azioni concrete di assistenza alle vittime degli aberranti reati di tratta, di sfruttamento e di riduzione in schiavitù, promuovendo percorsi formativi di qualificazione professionale e apprendimento linguistico per favorire il raggiungimento dell’autonomia lavorativa e di un efficace grado di inserimento sociale”.

L’accordo si inserisce nel solco di una lunga attività di promozione e supporto messa in campo dalla Prefettura di Potenza a sostegno di iniziative rivolte, in particolare, ai richiedenti e titolari di protezione internazionale o di altre forme di protezione previste dall’ordinamento.

Ha evidenziato conclusivamente il Rappresentante del Governo:

E’ essenziale intervenire con competenze specifiche in un ambito così delicato, consolidando le sinergie con gli enti locali, le forze dell’ordine, le associazioni di volontariato per favorire la diffusione di buone prassi a livello locale e accompagnare le vittime in percorsi di fuoriuscita da circuiti di illegalità”.