POTENZA: PARLA L’INSEGNANTE ACCUSATO DI AVER MALTRATTATO L’ALUNNA DI 9 ANNI DISABILE!

Il 23 Aprile scorso i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Potenza, hanno arrestato un insegnate di sostegno, C. G., accusato di maltrattamenti nei confronti di un’alunna disabile che seguiva.

Ieri si è svolto davanti al Gip l’interrogatorio di garanzia dell’insegnante di sostegno della scuola elementare di Ruoti (PZ) che è agli arresti domiciliari.

L’uomo ha risposto alle domande del giudice ed ha negato ogni accusa mossa nei suoi confronti.

Il suo avvocato Antonio Iorio ha nuovamente rilevato la totale assenza di prove oggettive dei fatti contestati annunciando ricorso al tribunale del riesame.

Ricordiamo, così come si legge dal comunicato della Questura, che le indagini sono partite dalla denuncia del genitore di una bambina dell’eta di 9 anni che frequenta la scuola primaria all’interno dell’Istituto Scolastico “M. Carlucci” di Ruoti.

A seguito della denuncia si è accertato che l’insegnante infliggeva quotidianamente sofferenze fisiche e morali alla minore a lui affidata perché affetta da invalidita motoria e cognitiva.

Sono stati sequestrati anche i quaderni sui quali i bimbi della quarta elementare avevano descritto in termini assolutamente negativi il loro insegnante in un tema assegnato loro da un’altra maestra.

Sentita anche la bimba affidata al maestro di sostegno, con l’aiuto di un’esperta in psicologia infantile, si é avuta definitiva conferma dell’ipotesi accusatoria: anche a detta della bimba, infatti, il docente la insultava e la malmenava, per futili motivi, strattonandole i capelli e dandole schiaffi e pizzichi; questo comportamento le creava uno stato di totale prostrazione, da indurla a piangere quando doveva recarsi a scuola e a soffrire durante ie ore di “lezione”.

L’insegnante inoltre, quando sostituiva le maestre di ruolo, ha tenuto lo stesso atteggiamento anche con gli altri alunni della classe che venivano presi a schiaffi e spintonati, oltre ad essere insultati con termini quali “porci” e “maiali”.

Tali punizioni venivano inflitte, anche quando i bambini sbirciavano sul personal computer che il maestro teneva in classe, durante le ore di lezione, per guardare anche foto a contenuto pornografico.

L’intera classe era stata minacciata affinché alcun alunno riferisse, alla propria famiglia o agli altri insegnanti, su quanto accadeva in aula.