Potenza: “quale futuro per il depuratore storico della città?”. La richiesta

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Gruppo consiliare de La Basilicata Possibile al Comune di Potenza.

Scrivono Francesco Giuzio, Giuseppe Biscaglia e Valerio Tramutoli:

“In questi giorni numerosi cittadini e associazioni culturali ci hanno segnalato un’intensa attività di pulizia all’interno delle aree ospitanti il Depuratore Storico della città di Potenza, sito in viale del Basento, ma in assenza della tabella di cantiere (obbligatoria ai sensi del DPR 380/01 e per il D.Lgs 81/08) non è dato sapere in forza di quale titolo abilitativo si sta lavorando all’interno del sito.

Le attività che, ad oggi, si rilevano sono una disorganica pulizia del verde e la rimozione delle macerie prodotte dal tentativo di abbattimento che l’amministrazione cittadina fu costretta a fermare, su sollecitazione della cittadinanza, nel maggio del 2020.

In particolare il passante che dovesse girare lo sguardo alla palazzina servizi del depuratore progettato dall’ing. Ippolito nel 1932 noterà le poche lettere in stile littorio rimaste e non più l’iscrizione che tutti gli studenti di ingegneria sanitaria del mondo hanno letto sui manuali universitari “FOGNATURA DI POTENZA – IMPIANTO DI DEPURAZIONE”.

Crediamo che l’attenzione attorno al destino dello Storico Depuratore stia pericolosamente scemando e, questo nostro intervento, vuole essere un tentativo di fare chiarezza una volta e per tutte.

In data 6/12/2022 il Presidente della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale di Basilicata, dott.ssa Luigina Tomay decretava che il bene denominato “Antico impianto di depurazione” avente rilevante interesse storico-scientifico è dichiarato “bene culturale” ai sensi dell’art. 10, comma 3 lettera d) del Decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, e che lo stesso veniva sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel Codice.

Questo assunto non può che stridere con quanto accade in questi giorni.

Nessuno è in grado di chiarire alla cittadinanza cosa stia accadendo attorno all’impianto.

Gli uffici comunali, da noi interpellati, hanno affermato di non avere nessuna notizia in merito a proposte progettuali di privati relativamente all’area sottoposta a tutela e riconosciuta come Bene Culturale.

Sarebbe interessante comprendere, pertanto, la Soprintendenza su quale progetto e secondo quali logiche ha autorizzato la possibilità di abbattere determinate parti dell’impianto e preservarne altre senza, apparentemente, cogliere l’importanza complessiva di una infrastruttura che è stata di riferimento per tutta l’ingegneria sanitaria moderna.

L’incertezza è il miglior alleato della mancanza di memoria storica nonostante i numerosissimi richiami di tutta la comunità scientifica che ha manifestato l’assoluto interesse per la più importante testimonianza di archeologia industriale del settore a livello nazionale ed internazionale. Un unicum dell’ingegneria del novecento a due passi da un altro capolavoro di tecnica: il ponte Musmeci.

Il rischio, a parer nostro, è che si operino degli interventi che ne mortifichino il senso, la sua specificità, e lo stato di conservazione che risulta miracolosamente non compromesso nonostante i 90 anni dell’opera pubblica.

Vogliamo sapere se un progetto esiste, se questo progetto è stato visto ed approvato dal Comune di Potenza, su quale progettualità si è espressa la Soprintendenza e quale è l’idea che si ha di questo patrimonio cittadino prima di doverlo rimpiangere come per troppi gioielli cittadini che politiche distratte o compiacenti hanno sottratto alla cittadinanza tutta”.