Sospensione temporanea del Reddito di Cittadinanza! Ecco i dettagli

Il reddito di cittadinanza, il cavallo di battaglia del primo governo Conte, è confermato anche per il prossimo anno.

Anche su questo fronte si preannunciano però alcune novità.

Tra le  varie su cui si sta lavorando quella illustrata dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico che riguarda la sospensione del beneficio “anti povertà” per tutti coloro che firmeranno un contratto a termine di breve durata.

Una precisazione è d’obbligo: il reddito di cittadinanza ripartirebbe poi a contratto scaduto.

Così si è espresso il presidente Tridico a riguardo:

 “Un miglioramento ci è stato chiesto sul reddito, relativamente alla possibilità di interromperlo per il lavoratore che ha un rapporto di lavoro temporaneo, al massimo di tre mesi.

Poi riprenderebbe il reddito.

Sarebbe un incentivo a far accettare un lavoro anche se breve.

In tal modo si eviterebbe di ‘rivedere l’Isee’ in funzione del lavoro e quindi dell’erogazione del reddito di cittadinanza”.

In base alla regolamentazione attuale, infatti, chi è assunto anche per un solo mese o con un contratto stagionale è obbligato a segnalare la variazione reddituale.

E questo può spesso portare alla perdita del reddito di cittadinanza anche per lavori brevi, come quelli stagionali.

Questa “correzione” – che prevede la sospensione temporanea per tre mesi mentre si lavora e poi la ripresa del reddito – permetterebbe di rendere l’erogazione del sussidio più flessibile.

Il nuovo governo sta lavorando anche per stringere le maglie sulle possibilità di rifiutare le opportunità di lavoro offerte, attraverso un inasprimento delle sanzioni nei confronti di chi non si presenterà alle iniziative di orientamento e ai progetti indicati dagli operatori dei centri per l’impiego.

Oggi la legge prevede sanzioni in tre fasi:

  • sospensione del bonus per un mese a chi diserta il primo colloquio;
  • due mensilità decurtate a chi è assente al colloquio per la seconda volta;
  • decadenza del reddito di cittadinanza alla terza assenza.

Tra le ipotesi la più accreditata vedrebbe la revoca del sussidio economico già alla seconda assenza ingiustificata.