Stellantis Melfi: “Le continue fermate produttive del sito producono precarietà lavorativa, occupazionale e salariale”. I dettagli

I delegati Fiom Cgil Basilicata e la segretaria generale Giorgia Calamita hanno svolto oggi volantinaggio davanti allo stabilimento Stellantis di Melfi per condividere con i lavoratori e le lavoratrici la ormai “urgente e non più rinviabile richiesta di confronto con la direzione Stellantis di Melfi e le organizzazioni  sindacali per fare chiarezza sulla situazione produttiva, l’organizzazione del lavoro, la salute e la sicurezza.

Spiega Calamita:

“Le continue fermate produttive del sito di Melfi  producono precarietà lavorativa, occupazionale e salariale.

L’accordo di giugno 2021 prevede la transizione alla produzione elettrica con la garanzia della tenuta occupazionale e salariale oltre alla programmazione di momenti di confronto con il sindacato in modo da poter analizzare e governare la fase di innovazione tecnologica e conciliare le necessità delle lavoratrici e dei lavoratori.

Le ulteriori modifiche all’organizzazione del lavoro hanno provocato un peggioramento delle condizioni di lavoro e l’aumento della ricorso al contratto di solidarietà giornaliero, con un peggioramento della situazione salariale.

La continua ricerca di efficienza da parte di Stellantis si sta traducendo in una riduzione dei costi di produzione da parte della direzione che produce una insostenibile flessibilità a scapito dei lavoratori, aumentandone i sacrifici.

Nello stabilimento di Melfi le giornate di lavoro, i tempi e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori, vengono scanditi unicamente dalla produzione e sono definiti in base all’ approvvigionamento del materiale: la produzione viene messa al di sopra di ogni cosa.

Pertanto la Fiom Cgil ritiene fondamentale il superamento di tutte queste flessibilità e che vengano date risposte alle richieste avanzate dalla Fiom Cgil sulla consegna dei calendari e dei profili individuali, ovvero i 17 turni con i riposi a scorrimento, sulla rotazione tra i lavoratori nell’utilizzo del contratto di solidarietà, che deve essere equa, e sulla e sul suo utilizzo nelle diverse unità lavorative.

La Fiom Cgil Basilicata chiede l’apertura di un vero confronto con la direzione aziendale e con le istituzioni locali perché nell’area industriale di Melfi si metta un freno al processo di deindustrializzazione già avviato e che porterà a ulteriori disastri occupazionali e continue richieste di flessibilità, tagli ai diritti e al salario. Bisogna prevedere nuove politiche industriali che mettano al centro l’automotive”.