“STRISCIA LA NOTIZIA HA CENSURATO UN SERVIZIO DEL 2015 SULL’INQUINAMENTO DEL PERTUSILLO!” ECCO CHI LO DICE

Dopo l’annuncio del servizio girato in Val D’Agri dall’inviato di “Striscia la Notizia” Pino Giannone, non è tardato ad arrivare l’attacco mosso (allo stesso programma di Canale 5) dal segretario di Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti.

Nella nota di Bolognetti si legge:

“Se mai avessi avuto dubbi sulla gestione e la funzione svolta da trasmissioni quali “Striscia la notizia”, questi dubbi sono stati fugati da un episodio che ho avuto modo di vivere in prima persona.

Ottobre 2015: ricevo una telefonata da Pino Giannone, alias Pinucciosono.

Il corrispondente di Striscia mi dice di aver letto dei problemi del Pertusillo e che ha intenzione di realizzare un servizio.

Nel corso della conversazione fornisco ampie spiegazioni e nelle ore successive invio al Giannone alcuni documenti.

E’ fatta! Il servizio si fa e quelli di Striscia mi dicono che dobbiamo vederci a Spinoso, sullo sbarramento del Pertusillo.

 Il 23 ottobre siamo tutti li, io, Giannone e i suoi accompagnatori.

Ciak, si gira! La telecamera inizia a filmare e ovviamente parlo anche di Eni e delle attività estrattive in Val d’Agri.

In pochi secondi provo a svolgere il filo di un ragionamento. Sembra fatta e Giannone, finita l’intervista, chiama i suoi referenti nelle sfere alte di Canale 5.

Pochi minuti e lo scenario cambia improvvisamente. Quelli dei piani alti hanno detto che il servizio non interessa più.

La notizia non c’è, riferisce Giannone.

Provo a capire, anche se il tutto è fin troppo chiaro. Provo anche ad insistere, a dire che il tema è importante e ad un certo punto convinco Pinuccio a seguirmi in quel di Viggiano. Si parte. Io a fare da apripista e dietro la macchina dell’impudenza.

Squilla il telefono: Pinucciosono. No, guarda, non interessano nemmeno le storie del Cova, dei pozzi di reiniezione e dei siti inquinati. Pinuccio, tra l’imbarazzato e l’arrogante saluta e rivolge il cavallo verso la Puglia.

Io, visto che ci sono, a Viggiano ci vado comunque per proseguire un lavoro di ricerca e documentazione. A futura memoria per dirla con Sciascia.

Poche ore fa ho appreso del ritorno di Giannone sul luogo del delitto. Tranquilli, quelli di Canale 5 e di Striscia questa volta non hanno commesso errori. Hanno risolto il problema alla radice non chiamandomi. Che dire?

Si definiscono “La voce dell’impudenza” e, in effetti, impudenti lo sono davvero. La loro impudenza, però, è quella di un giornalismo d’inchiesta di facciata, assolutamente funzionale al regime. Un programma nazionalpopolare, ma antipopolare nella misura in cui lor signori evitano accuratamente di pestare i calli ai grandi inserzionisti e di raccontare verità scomode.

E’ l’impudenza di un piccolo Ministero della Verità; l’impudenza di chi mira solo ad alimentare i rumori fondo di un bombardamento mediatico che spesso, troppo spesso, non cerca la notizia, i fatti, la verità, ma alimenta solo paure e le cavalca.

L’impudenza di chi alimenta risentimenti, il “fanno tutti schifo” e “il sono tutti uguali”.

No, cari striscianti amici, non siamo tutti uguali e c’è chi prova ad onorare il diritto alla conoscenza di un popolo e lo Stato di diritto con l’impegno quotidiano e non con le markette e le prese di posizione da kamasutra partitocratico.

C’è chi non utilizza i temi, e un tema importante quale quello della tutela ambientale, in maniera meramente strumentale. C’è chi rischia quotidianamente l’impopolarità per non essere antipopolare. C’è chi non vuole rassegnarsi al “purché se ne parli”. No, il “purché se ne parli” manda il cervello al macero, nega la riflessione e serve solo ad alimentare il facimm ammuina.

Caro Giannone, la notizia è sempre la stessa da 7 anni, ma comprendo che certe voci occorre silenziarle e che certi temi, davvero scomodi, non vanno trattati, di certo non con chi vuole onorare la verità”.

(foto Maurizio Bolognetti)