Il presidente nazionale della Cia-Agricoltori Cristiano Fini, oggi 30 Agosto, incontrerà gli allevatori lucani a Potenza (a partire dalle ore 10:30 sala conferenze Cia, via dell’Edilizia) per discutere di criticità e prospettive del comparto zootecnico in Basilicata.
Evidenzia Cia-Agricoltori Basilicata:
“L’incontro assume significati rilevanti e specifici per la situazione che attraversa il comparto a causa dei rincari ‘impossibili’ per i costi energetici, divenuti insostenibili oltre agli altri costi aziendali e gli effetti devastanti della crisi internazionale.
Secondo Fini la politica deve dare nuovo impulso al settore.
A fronte di tante parole non c’è mai stata una programmazione a medio e lungo termine.
Occorre affrontare le emergenze ma la prima cosa che serve è mettere mano a un piano agricolo di rilancio per salvare famiglie, aziende e Made in Italy di cui il settore zootecnico e il comparto lattiero-caseario è parte integrante”.
Dice Fini:
“Quello che più emerge dalle tante testimonianze che raccolgo dai territori è tanto attaccamento a questo lavoro ma, in questo momento storico, tanto sconforto perché si fa fatica a produrre e stare dentro i costi.
Molte aziende sono a rischio chiusura.
Già gli effetti si vedono a livello europeo, e ora anche in Italia.
Diminuisce la produzione di latte in Europa perché stanno chiudendo le stalle.
Un segnale preoccupante di fronte al quale un’equa distribuzione del valore lungo la filiera aiuterebbe gli agricoltori a poter continuare a produrre e avere una marginalità.
Per esempio, la filiera del pomodoro da industria “ha riconosciuto l’aumento dei costi agli agricoltori.
Quindi il nodo del caro energia.
“Il settore primario è il più esposto e se ne sente parlare troppo poco.
Ma quello che fa più arrabbiare è che sembra scontato che per qualsiasi tipo di attività è normale aumentare i prezzi dei propri prodotti rispetto ai rincari invece stranamente per l’agricoltura bisogna cercare di mantenere i prezzi ai livelli degli scorsi anni”.
Secondo il presidente di Cia, va incentivata in modo robusto la transizione energetica per il settore agricolo.
Dieci le proposte della Cia per un Governo che rilanci l’agricoltura, divise in tre capitoli:
- emergenze;
- piano nazionale di ripresa e resilienza e Orizzonte Europa;
- più una sezione dedicata alle aree interne.
In vista delle elezioni politiche del 25 settembre, in particolare Cia fa proposte su 4 emergenze.
Per il caro energia:
- credito di imposta per l’acquisto di gasolio agricolo, incluso il riscaldamento delle colture in serra, per il 2022-2023;
- incentivi fiscali per sostenere l’acquisto di mangimi, fertilizzanti, sementi e piantine;
- autorizzare in sede Ue le imprese agricole a immettere in rete energia elettrica prodotta con il fotovoltaico oltre i propri livelli annui di autoconsumo.
Sulla crisi idrica:
- esonero dei contributi previdenziali e credito agevolato per imprese agricole dei territori in Stato di emergenza per la siccità;
- ristrutturazione immediata della rete di canali e della rete idro-potabile.
Sull’emergenza cinghiali:
- istituzione di un Commissario straordinario per la gestione della fauna selvatica presso Palazzo Chigi;
- superamento del regime de minimis nell’ambito del sistema di indennizzi alle imprese agricole.
- Infine per l’emergenza manodopera, semplificazione e più flessibilità degli strumenti per il reperimento anche attraverso l’innovazione digitale.
Sul fronte del Pnrr, invece, secondo Cia è necessario portare a compimento le riforme per poter ricevere nei tempi stabiliti le risorse negoziate e semplificare le procedure.
Nel capitolo Europa:
- contrastare il Nutriscore e tutelare le eccellenze italiane a fronte di ingiustificati rischi per la salute umana;
- promuovere una politica commerciale Ue che valorizzi l’agricoltura e garantisca il rispetto della reciprocità delle regole.
- Impegno su dossier strategici: revisione del sistema Dop-Igp; visione di lungo termine per le aree rurali; Strategia F2F; Strategia Biodiversità.
Per la sezione Aree interne, puntare su sostenibilità economica (favorendo, tra l’altro, transizione digitale e modernizzazione agricola); sostenibilità sociale (più infrastrutture stradali, sanitarie e scolastiche); sostenibilità ambientale.