Basilicata: “Colpisce la fila chilometrica di trattori in marcia per manifestare contro la visione miope dell’Europa. Ecco cosa manca ora”.

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa di Gerardo Nardiello, Segretario Regionale UILA Basilicata.

Spiega Nardiello:

Colpisce la fila chilometrica di trattori in marcia per manifestare contro la visione miope dell’Europa, intenta a perseguire la linea green, senza minimamente interrogarsi sulle reali possibilità dei nostri agricoltori e allevatori di sostenere la concorrenza dei Paesi esportatori extra UE.

Le ragioni della protesta sono sacrosante: i veri problemi si chiamano concorrenza sleale e il sistema oligarchico della distribuzione.

Principalmente, gli agricoltori e gli allevatori si lamentano dell’inflazione, del costo del gasolio, dell’isolamento in cui si ritrovano a combattere una globalizzazione sempre più selvaggia.

Si può affermare, però, che l’Europa riversa miliardi di euro sull’agricoltura e i Governi e le Regioni sono sensibili alle istanze del Primo settore, se non altro perché rappresenta una fetta importante dell’elettorato.

E proprio in un periodo di campagna elettorale le piazze e le autostrade si infiammano.

La Commissione fa qualche concessione e lo stesso Governo italiano si appresta a mettere mano all’esenzione IRPEF.

Con il rincorrere delle proteste e le contingenze, però, i problemi non si risolvono.

L’assistenzialismo spesso produce assuefazione, è un palliativo, ma non cura l’ammalato.

Manca la fase della proposta, quella reale.

In Basilicata gli agricoltori sono soggetti al giogo della grande distribuzione e non riescono a emanciparsi.

Per poter contrattare dignitosamente il prezzo e non scendere a compromessi svilenti, la soluzione è una sola: creare una rete di commercializzazione.

Oggi gli strumenti per imporsi sul mercato con prodotti di qualità ci sono: con internet si è con tutti e due i piedi nel mondo e, per giunta, senza intermediari.

La qualità è ricercata, auspicata e anche ben pagata.

Con una piattaforma ben strutturata e dei professionisti in grado di gestirla attraverso gli strumenti tecnologici e di divulgazione oggi a disposizione, si potrebbe creare una filiera corta anche a distanza di migliaia di chilometri.

Altro aspetto non secondario è la ricerca.

Investire in ricerca significa trovare delle soluzioni realmente sostenibili.

La ricerca permetterebbe agli agricoltori di decidere quando immettere sul mercato i prodotti e a quale prezzo.

Con la ricerca, le politiche green sarebbero un obiettivo tangibile e potrebbero tramutarsi in una risorsa di qualità e soprattutto remunerativa.

La Regione dovrebbe seriamente fornire gli strumenti per rinvigorire delle infrastrutture in grado di sostenere una rivoluzione simile: sul tema la politica ragiona da decenni e sarebbe ora che un protagonismo lucano si affacciasse all’orizzonte.

Solo se si comprendono le potenzialità di un mondo interconnesso e si scommette su una ricerca in continua evoluzione, si può sperare – in Basilicata – di attrarre giovani professionalità finalmente valorizzate da un’occupazione stabile, dignitosa, di prospettiva.

Il futuro si costruisce sulla direttrice del cambiamento e non sulle recriminazioni, sull’assistenzialismo e su politiche malamente sorrette da una base ideologica inconcludente e disconnessa dalla realtà”.