Basilicata, Sanità: “ogni lucano ‘paga’, senza rendersene conto, 128 euro all’anno per ‘migrare’ in altre regioni”. La denuncia

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Gianni Leggieri, Consigliere regionale:

“L’ultimo rapporto di Agenas non fa altro che ribadire l’ovvio: la sanità lucana soffre di grandi e gravi problemi gestionali che il centrodestra non ha fatto altro che amplificare.

Il dato che emerge è piuttosto scoraggiante: negli ultimi anni sempre più lucani preferiscono ‘migrare’ in altre regioni per ricevere l’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno.

Soltanto nell’anno 2022, la nostra regione ha fatto registrare un saldo pro-capite negativo di mobilità sanitaria di ben 128 euro, collocando la Basilicata al penultimo posto in Italia.

Quelli sulla mobilità sanitaria sono i dati che, più di tutti, certificano l’inefficacia del nostro sistema sanitario locale, in quanto se tante persone preferiscono curarsi fuori regione è perché le prestazioni sanitarie offerte dai nostri centri non sono in grado di offrire cure migliori. Senza contare i danni provocati dalle chilometriche liste d’attesa, che denuncio da tempo immemore.

Si tratta, come ho sottolineato poc’anzi, di un fattore che incide anche sulle tasche delle persone.

Ogni lucano ‘paga’, senza rendersene conto, 128 euro ogni anno per usufruire di un diritto costituzionalmente garantito.

Il rapporto di Agenas va ad aggiungersi alle altre classifiche e raccolte di dati che ribadiscono come la nostra sanità locale rappresenti, più che una risorsa, una vera e propria spina nel fianco di tutti i cittadini.

Si rendono necessari numerosi investimenti attraverso i quali riqualificare l’offerta dei servizi sanitari regionali, ridurre le liste d’attesa e rendere il nostro sistema più celere e preparato.

Una discussione, questa, che non può più essere rimandata o diluita con qualche parola di circostanza, utile soltanto a spostare il focus da una doverosa riflessione poco gratificante circa i disastrosi risultati raccolti da questo sedicente governo del cambiamento regionale il quale, ormai è chiaro, non è riuscito a cambiare proprio nulla”.