Il Gruppo Consiliare al Comune Potenza “La Basilicata Possibile” denuncia:
“Già nel mese di maggio dello scorso anno avevamo sollevato la questione dell’abbandono a se stessa della villa Romana di Malvaccaro e del suo sito archeologico.
Con una interrogazione in consiglio comunale chiedemmo all’allora assessore al Turismo Alessandro Galella, di voler procedere, in tempi brevi, all’emanazione di un Bando/Manifestazione pubblica di interesse per la gestione e valorizzazione della Villa Romana in modo che l’Amministrazione comunale potesse far crescere dal basso, tra i tanti cittadini interessati, proposte di cittadinanza attiva attorno ad un sito archeologico di riconosciuta importanza.
E ancora, pur interrogando l’Amministrazione Comunale su quale fosse il suo programma di valorizzazione del sito, facemmo la proposta di aprire da subito, un ‘tavolo di concertazione’ che, mettendo insieme competenze e portatori di interesse, consentisse di definire il programma di intervento, gli schemi dei necessari accordi e convenzioni, i tempi e le modalità di attuazione.
Insomma un ‘cantiere di idee’ che potesse promuovere la partecipazione del tessuto associativo e delle comunità di cittadini alla valorizzazione della Villa Romana e del Sito Archeologico di Malvaccaro all’interno di un più ampio progetto di Parco Urbano.
Tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata (ABAP) ed il Comune di Potenza è stato firmato, in data 21 dicembre 2018, ai sensi dell’art. 112 del Codice dei Beni Culturali, un accordo per la valorizzazione del sito della Villa Romana di Malvaccaro finalizzato a ‘creare e sviluppare tutte le condizioni per la migliore tutela, fruibilità e valorizzazione del sito quale straordinaria risorsa per la crescita culturale della città di Potenza‘.
Tale accordo doveva rappresentare, a nostro avviso, solo l’avvio di un percorso che doveva via via essere riempito di contenuti e progetti provenienti dall’attiva partecipazione del tessuto culturale cittadino (associazioni, scuole, università, giovani artisti, gruppi…);
Infatti, sulla base dell’art. 3 del citato accordo, alla Soprintendenza spettano ‘i compiti istituzionali di tutela, conservazione, restauro, scavo archeologico, documentazione e catalogazione‘, mentre al Comune di Potenza la cura – secondo modalità da concordare con la Soprintendenza – riguardo
- all’accoglienza,
- informazione e accompagnamento del pubblico e gestione dei servizi utili alla fruizione;
- l’assistenza e guida ai visitatori;
- il servizio di bookshop e vendita di souvenir;
- l’attività di promozione culturale;
- i servizi di caffetteria e ristorazione”;
Inoltre, sulla base dell’art. 5. – ‘per la gestione delle attività di valorizzazione il Comune, sentita la Soprintendenza, potrà avvalersi della collaborazione di altri soggetti’.
Il nostro interesse per il destino della Villa Romana di Potenza non è di oggi, infatti, fin dal mese di luglio del 2020 abbiamo promosso incontri con la cittadinanza per informarla dei progetti in corso e del positivo impatto che la valorizzazione e riqualificazione di quell’area avrebbero avuto anche sulla qualità della vita di quanti abitano quartiere di Poggio tre Galli.
Tuttavia da allora poco o nulla si è mosso.
O, quantomeno, non nella direzione da noi auspicata.
In questo leggiamo una continuità con le Amministrazioni precedenti più interessate a realizzare contenitori (pensiamo alla Nave del Serpentone usata come magazzino, o al Palazzo della Cultura che ha dovuto aspettare anni prima che si decidesse che farne) che a programmare per tempo la loro effettiva fruibilità.
Ecco ci piacerebbe che mentre si opera per la riqualificazione di quell’area, e non solo dopo, si cominci a programmare modi e possibilità di utilizzo.
In modo da poterla restituire alla Città già il giorno dopo la fine dei lavori (sperando che finalmente abbiano almeno inizio).
Per questo presenteremo una nuova interrogazione, sperando che dal nuovo assessore al turismo, Stefania D’Ottavio, giunga l’impegno preciso ad aprire questa meraviglia della nostra città, al più presto e una volta per tutte, alla piena fruizione dei suoi cittadini”.