Potenza: “La nostra regione oltre a spopolarsi perde competenze”. La denuncia

“La Basilicata insieme alla Calabria, al Molise e alla Sardegna, risultano le più colpite dalla decrescita.

Questi sono i dati che emergono dal report pubblicato dall’Istat sugli indicatori demografici 2022″.

Così spiega Gerardo de Grazia (Confsal Basilicata e Fismic-Confsal Potenza) commentando i dati:

“La nostra regione oltre a spopolarsi, perde competenze che potrebbero essere utilizzate sul territorio.

Il 55% dei giovani che lascia Basilicata è laureato.

Le università del meridione, continuano ad essere poco appetibili e, spesso, si scelgono i Politecnici del Centro-Nord che riescono a dare sbocchi lavorativi, immediati, alla fine degli studi.

A conferma di quanto detto, si certifica che, il 75% degli universitari lucani decide di frequentare le università presenti in altre regioni.

La scuola italiana, si trova a dover fare i conti con un calo costante del numero degli studenti, dovuto alla diminuzione delle nascite ma, soprattutto, un elevato tasso di dispersione.

Se questo andamento dovesse diventare strutturale, da qui a 10 anni, solo in Basilicata, si perderanno tra gli 8 mila e i 10 mila studenti.

In tutto il sud il numero di giovani tra i 15 e 24 anni che non studia e non lavora è altissimo, le percentuali sono disastrose e la Basilicata con il suo 21,4% e il Molise con il 20,6% sono le migliori.

Puglia al 24,6%, la Campania al 27,7%, Calabria 27,2% e la Sicilia con un drammatico 30,2%.

La media nazionale è poco sotto il 20%, quella europea poco più del 10%.

Bisogna intervenire nelle zone di maggior disagio, in cui le famiglie vedono la scuola come una perdita di tempo e non come un mezzo per uscire dall’anonimato.

Creare un coordinamento tra le regioni del mezzogiorno e dar vita ad un’agenda politica per il sud è diventato prioritario.

C’è la necessità di una linea politica, condivisa, capace di fare proposte che possano rallentare il fenomeno dello spopolamento e, al tempo stesso, gestire al meglio le risorse del Pnrr, sul quale si registrano ritardi e anomalie.

Solo per citare una caso, Puglia, Campania e Sicilia, nonostante la loro popolosità, hanno ricevuto per le infrastrutture scolastiche, meno risorse pro capite rispetto la media italiana.

Lo scopo del coordinamento deve essere quello di recuperare il gap in termini infrastrutturali, migliorare viabilità e servizi per scongiurare il rischio di allargare il divario con il centro nord.

La mobilità del futuro deve rendere gli spostamenti più veloci e più confortevoli, in modo da poter far decollare, anche in Basilicata, il turismo, troppo marginale sul PIL regionale e con un potenziale di oltre 3 milioni di pernottamenti rispetto ai poco meno di 2 milioni del 2022″.

Solo un Sud più compatto e più collaborativo può cercare di risolvere le molteplici problematiche:

  • calo demografico,
  • crollo delle iscrizioni nelle scuole e nelle università,
  • abbandono degli studi,
  • neet e disoccupazione”.