Reddito di cittadinanza in pagamento con aumenti e i tagli: ecco chi non lo riceverà

Si avvicina il pagamento del Reddito di cittadinanza di febbraio, momento molto atteso dai percettori in quanto sarà occasione di scoprire qual è il risultato del ricalcolo attuato dall’Inps in base al nuovo Isee.

Ecco quanto fa sapere money.it nel dettaglio:

“A tal proposito, chi prende il Reddito di cittadinanza si chiede se il pagamento ci sarà questa o la prossima settimana, come pure se già questo mese verranno riconosciuti gli aumenti dell’assegno unico.

Quel che è certo è che in base all’Isee 2023, e alle differenze con il 2022, potrà esserci un incremento o un taglio dell’importo riconosciuto, con il rischio anche di non ricevere alcun pagamento a causa della perdita dei requisiti.

Di seguito andremo per ordine rispondendo alle domande più comuni che i percettori di Reddito di cittadinanza si fanno in questi giorni: partiamo dalla data di pagamento dell’assegno.

Quando arriva il Reddito di cittadinanza di febbraio

Nessuna variazione rispetto al solito calendario dei pagamenti: anche il Reddito di cittadinanza di febbraio verrà pagato il 27 del mese. La prossima mensilità, quindi, è in arrivo la prossima settimana, più precisamente lunedì 27 febbraio, mentre l’integrazione dell’assegno unico – secondo fonti interne Inps – potrebbe slittare al giorno successivo.

Quando non viene pagato il Reddito di cittadinanza di febbraio

Non tutti però riceveranno il Reddito di cittadinanza a febbraio. Le ragioni possono essere molteplici: ad esempio, i pagamenti risultano sospesi per coloro che non hanno richiesto il nuovo Isee entro la scadenza del 31 gennaio. A tal proposito, chi non lo ha ancora richiesto è bene che si affretti, perché fino ad allora il pagamento non verrà sbloccato.

Allo stesso modo, il Reddito di cittadinanza non verrà pagato a coloro che hanno richiesto regolarmente l’Isee 2023 nel caso in cui dalla nuova attestazione ne risulti una perdita dei requisiti richiesti dalla normativa.

Ad esempio un indicatore sopra i 9.360 euro, oppure il superamento della soglia reddituale prevista per il proprio nucleo familiare (6.000 euro per la persona sola, da moltiplicare per il parametro di scala di equivalenza per i nuclei più numerosi). In tal caso il Reddito non è sospeso bensì decaduto: per poterne tornare a beneficiare l’unica possibilità è richiedere un Isee corrente e sperare che i valori tornino a essere inferiori alle soglie fissate dalla normativa. In tal caso, sarà poi necessario inviare una nuova domanda.

Reddito di cittadinanza, aumenti o tagli a febbraio

Una volta acquisito l’Isee 2023, l’Inps effettua un ricalcolo della rata del Reddito di cittadinanza tenendo conto della nuova situazione reddituale. A tal proposito, come visto sopra, un miglioramento nel nuovo Isee – quindi nell’anno solare 2021 rispetto al 2020 – potrebbe comportare la perdita del Reddito di cittadinanza, o nel migliore dei casi solamente un taglio dell’importo con il pagamento di febbraio che verrà regolarmente pagato ma in misura inferiore rispetto a gennaio.

Per chi invece tra il 2020 e il 2021 ha subito un peggioramento della situazione reddituale, l’importo del Reddito di cittadinanza beneficerà di un aumento: più bassa è la componente reddituale, infatti, e maggiore sarà l’integrazione riconosciuta mensilmente.

L’aumento dell’assegno unico ci sarà a febbraio?

Anche i percettori di Reddito di cittadinanza hanno diritto agli aumenti dell’assegno unico, sia per quanto riguarda la rivalutazione che per il riconoscimento delle maggiorazioni per figli piccoli introdotte dalla legge di Bilancio.

Seppur con decorrenza da gennaio 2023, questi aumenti scatteranno solamente con la mensilità di febbraio, con gli arretrati attesi invece a marzo. Discorso differente per chi prende il Reddito di cittadinanza, per i quali ricordiamo che il pagamento dell’assegno unico riferisce al mese precedente: come ci conferma un operatore Inps appena contattato, infatti, a febbraio 2023 verrà pagato l’assegno unico riferito a gennaio.

Per questo motivo, possiamo supporre (comunicazioni ufficiali dell’Inps a riguardo ancora non ci sono) che la rivalutazione attuata a febbraio verrà pagata a chi prende il Reddito di cittadinanza solamente a marzo, mentre ad aprile arriveranno gli arretrati”.