STORIA ORRENDA, 64ENNE INDUCE MINORENNE A PROSTITUIRSI E AD AVERE RAPPORTI CON IL FRATELLINO: AL TRIBUNALE DI POTENZA…

Ancora una terribile vicenda che ha visto protagonista una ragazzina lucana, indotta a prostituirsi e a girare filmini pornografici coinvolgendo il fratellino di soli 8 anni.

E’ quanto si legge oggi sulla gazzetta di Basilicata che spiega nel dettaglio l’orrore dell’accaduto:

“La ragazzina era nella sua cameretta. Ma è rimasta vittima di un giro di prostituzione minorile, pedo-pornografia, violenza sessuale e violenza privata, costretta poi a coinvolgere anche un amichetto e addirittura il fratellino più piccolo.

È una storia orrenda quanto attuale quella rimbalzata ieri nell’aula dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Potenza, una storia dei nostri tempi, che si sviluppa su internet, in quelle «navigazioni» che la ragazzina appena adolescente faceva nella sua stanza, coi genitori a qualche metro che la ritenevano al sicuro.

E invece no. L’insidia è dietro l’angolo.

Un’insidia che prende il nome di Sebastiano Torrisi, 64 anni di Catania. Il nome ma non l’identità perché l’uomo in rete, quando contatta la ragazzina lucana, mente sulla sua età.

Un’amore a distanza tra «millennial» (come sono definiti i giovani nati dopo il 2000) con da un lato una ragazza illusa, dall’altro un perverso. A un certo punto il «web-fidanzatino» inizia a inviare materiale pornografico poi, sfruttando il clima di complicità, ne chiede alla ragazza.

La induce a provocare sessualmente varie persone e ad avere e filmare rapporti sessuali con loro. Le procura un appuntamento con uno sconosciuto per fare lo stesso, ma l’incontro, fortunatamente, salta. Si fa inviare tutto e lo cede anche a terzi attraverso la piattaforma di streaming «stremago» in cambio di ricariche telefoniche in parte per sé in parte per la ragazza.

Ma non basta. Perché la giovane si voleva sottrarre da quel gioco fattosi pesante, l’uomo ha iniziato a minacciarla: se non voleva che i video venissero inviati ai familiari e alla sua scuola doveva andare avanti. E così l’ha costretta a coinvolgere nel turpe giro altri minori.

In particolare l’avrebbe indotta ad avere e filmare rapporti orali con il fratellino (di età di scuola elementare) e con un amico. La vicenda giudiziari in svolgimento davanti al Gup Michela Tiziana Petrocelli, a questo punto, è un dettaglio.

Non perché non abbia senso e importanza punire (e anche duramente) chi si fosse reso responsabile di tali condotte, ma perché non potrà cancellare le cicatrici prodotte sull’anima di giovani vite. Il Gip, comunque, ieri ha negato al difensore dell’uomo, l’avv. Pierelisa Motta, l’effettuazione di una perizia sulla capacità di intendere e di volere e ha revocato l’ammissione al giudizio abbreviato (che avrebbe garantito uno sconto di pena) ritenendo non validamente espressa la procura in tal senso e riservandosi di fissare una data per l’avvio del processo.

Un decisione contro cui il difensore annuncia ricorso. Ma la battaglia è procedurale, sulla qualificazione dei fatti, sulla capacità dell’imputato.

Che tre ragazzini abbiano vissuto quel cyber-incubo stando «al sicuro» nelle loro case, resta però un fatto. Forse evitabile con una maggiore consapevolezza delle insidie del web”.

Una vicenda orrenda che punta i fari sulla quotidianità e che certamente invita a tenere sempre più alta l’attenzione verso i nostri figli.