Taglio del cuneo, Irpef, pensioni: cosa c’è nella manovra che arriva domani in Consiglio dei ministri

“Le priorità sono il taglio del cuneo contributivo e la riforma dell’Irpef, ormai è chiaro a chiunque abbia ascoltato la maggioranza parlare della manovra nelle ultime settimane, ma nella legge di Bilancio ci sarà anche molto altro”.

Lo si apprende da fanpage per cui: “Le incognite, tuttavia, sono ancora tantissime.

Alla vigilia dell’approdo in Consiglio dei ministri, il governo deve ancora sciogliere il nodo delle coperture.

Nei giorni scorsi si è parlato di un aumento della tassa di successione per trovare i soldi necessari a coprire le misure, mentre il capitolo pensioni dovrebbe essere finanziato da un taglio della rivalutazione.

I fondi a disposizione dovrebbero essere più di 20 miliardi, di cui quasi 16 ottenuti a debito.

Gran parte di questi serviranno a rifinanziare il taglio del cuneo contributivo ai redditi fino a 35mila euro, che ha permesso – negli scorsi mesi – di far lievitare le buste paga di un centinaio di euro totali durante il 2023.

Di fatto si tratta di un taglio non strutturale delle tasse – anzi, nello specifico della quota contributiva a carico del lavoratore – prorogato di un altro anno.

Ad affiancarlo ci dovrebbe essere un primo step della riforma fiscale, nella parte che riguarda la rimodulazione delle aliquote Irpef: si passerà da 4 scaglioni a 3, che vuol dire un leggero guadagno per i redditi fino a 28mila euro, che pagheranno l’aliquota minima.

Sulla sanità, al netto delle polemiche, il governo vuole investire tre miliardi di euro per tagliare principalmente le liste d’attesa: la strada tracciata è quella dello spostamento di esami e visite specialistiche sul privato.

Sulle pensioni, l’esecutivo confermerà Quota 103 anche per il prossimo anno, così come l’Ape sociale e Opzione donna (pur fortemente limitata rispetto all’originale).

C’è chi promette di aumentare le pensioni minime anche quest’anno, in uno step intermedio per raggiungere l’obiettivo dei mille euro per tutti, ma su questo non ci sono ancora certezze.

Così come, al di là dei proclami, non si è più parlato concretamente degli aiuti alle famiglie e del sostegno alla natalità.

Sullo sfondo resta l’incognita del Ponte sullo Stretto: non c’è neanche il progetto esecutivo, ma Matteo Salvini insiste per finanziarlo subito con la manovra”.