IL GIOVANE 26ENNE DI POTENZA MORTO IERI A ROMA: POCHI MINUTI PRIMA AVEVA CONFIDATO ALL’AMICO CARLO LE SUE DIFFICOLTÀ CON GLI ESAMI…

(Nota bene: nella seconda parte di questo articolo c’è un aggiornamento del legale della famiglia del giovane 26enne, leggi fino alla fine l’articolo o clicca Qui per leggere solo l’aggiornamento)

Ad un giorno dal triste fatto avvenuto a Roma nel piazzale dell’Università Roma Tre, che ha visto uno studente potentino suicidarsi con un colpo di pistola alla testa, emergono le prime testimonianze.

Come riportato dalla testata online “Giornalettismo” il ragazzo che si è suicidato M.M. aveva 26 anni e viveva a Roma, in una casa in affitto, insieme al fratello Massimiliano, 5 anni più grande di lui, era iscritto alla facoltà di ingegneria meccanica ed era al secondo anno.

Ieri mattina prima di compiere il folle gesto aveva chiacchierato con Carlo, un amico dell’università di 22 anni, al quale aveva raccontato le sue preoccupazioni circa il suo andamento di studio, infatti aveva dato solo tre esami su ventotto.

Ecco la testimonianza di Carlo:

«Lo avevo visto qualche ora prima all’università e mi aveva raccontato delle sue difficoltà, aveva detto che magari uno sta tre mesi a studiare per un esame e poi neanche lo passi, diceva che forse non usava il metodo adatto per studiare.

Poi ci siamo salutati, gli ho detto “ci vediamo dopo” e lui ha risposto “ok”.

Non avrei mai immaginato una cosa del genere io ho provato a incoraggiarlo, gli ho detto che ci sono tante sessioni di esame e che non doveva preoccuparsi”.

Tutti gli studenti che si trovavano in quel luogo ieri mattina sono ancora sotto schok, non riescono a spiegarsi il perchè di un terribile gesto da parte di “un ragazzo così bravo”, senza parole anche l’amico che era con il giovane lucano al momento del suicidio:

È stato un attimo, stavamo parlando, all’improvviso ha estratto la pistola e si è sparato”.

Drammatiche le testimonianze degli studenti che erano a pochi passi dal giovane quando, nel giro di pochi secondi, ha estratto la pistola e si è ucciso:

“Non capivamo cosa stesse accedendo, pensavamo a un attentato, poi la notizia si è diffusa: correte, un ragazzo si è sparato: siamo arrivati fuori e stava a terra, con la pistola ancora in mano, in un lago di sangue”.

Secondo gli inquirenti, l’arma con cui M. M. si sarebbe sparato, una Beretta calibro 9, era regolarmente detenuta.

La vittima, che già una volta aveva tentato il suicidio, aveva preso il porto d’armi due anni fa a Roma come collezionista, possedeva tredici pistole, tutte regolarmente denunciate, tre di queste e una carabina le aveva nell’appartamento a Roma.

Ecco cosa ha dichiarato Massimiliano il fratello del giovane suicida:

Aveva dato solo tre esami dei ventotto ai quali si era iscritto.

L’ultimo un anno fa.

Era depresso per l’università, vivevamo insieme, i nostri genitori sono a Potenza, ma con me non si confidava”.

I poliziotti del commissariato Colombo che indagano sul suicidio non escludono però la pista dell’omosessualità, gli amici del 26enne hanno raccontato che in passato il giovane aveva avuto una fidanzata, ma era «confuso».

Aggiornamento articolo del 20/04/2016 ore 21: 

La famiglia del giovane morto a Roma ha comunicato tramite il suo legale alla testata “Il Tempo” (il giornale che ha pubblicato la notizia con le informazioni riportate poi in tutti gli articoli a livello nazionale) quanto segue:

  • In merito all’articolo «Si spara a ingegneria dopo un esame» apparso su «Il Tempo» del 20 aprile nell’interesse dei coniugi Pasquale Masi ed Antonietta Olita, genitori del compianto Maurilio Masi chiedo la rettifica delle seguenti inesattezze. 1)le frasi attribuite a Massimiliano Masi, fratello della vittima, come dichiarazioni rese alla Polizia, sono virgolettate; le stesse non rispecchiano spirito né lettera di quanto da lui affermato; in ogni caso trattasi di dichiarazioni rese ad organo inquirente, come tali secretate; 2) non è vero che il signor Maurilio Masi «già una volta aveva tentato il suicidio»; 3) non è vero che Maurilio Masi ” di pistole ne aveva tredici regolarmente denunciate” frase atta a descrivere un collezionista di armi ai confini del fanatismo; le armi, regolarmente denunciate, sono in tutto tre; 4) Può essere che «i poliziotti del commissariato Colombo che indagano sul suicidio non escludono però la pista dell’omosessualità». Il signor Maurilio Masi, in ogni caso, aveva avuto in precedenza una pluralità di legami sentimentali eterosessuali e non era sessualmente “confuso” nel senso ipotizzato nell’articolo.

   Avv. Clemente Delli Colli

 

  • Prendiamo atto della precisazione e ne diamo ovviamente conto. Ci preme solo sottolineare che nell’articolo viene riportato come Maurilio in passato avesse avuto una fidanzata, ma che agli amici – come raccontato da due testimoni ai poliziotti – aveva confidato di essere “confuso”. Ci siamo limitati a riportare quanto appreso e ipotizzato dagli organi inquirenti. Stesso dicasi per le dichiarazioni del fratello Massimiliano: nel virgolettato si riportano ragionamenti da lui resi alla polizia. Se poi nel tentativo di dare al lettore una corretta informazione sono state riportate notizie a vostro avviso errate, ce ne scusiamo.
    Sil. Man.