PESTICIDI NELLE ACQUE LUCANE, INTERVIENE LEGAMBIENTE: “SIAMO PREOCCUPATI, IL MONITORAGGIO EFFETTUATO NON È ADEGUATO!”

Sul Rapporto nazionale pesticidi nelle acque a cura dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) per il monitoraggio delle acque interne superficiali e sotterranee sulla presenza di fitosanitari, biocidi e altre sostanze, ecco cosa ha chiesto Legambiente Basilicata:

“È fondamentale rafforzare i controlli dotando l’Arpab di sistemi di analisi efficienti a garanzia di una rete di monitoraggio sempre più strutturata, senza dimenticare il ruolo centrale delle Regioni nell’applicazione del Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN).

“Per questo al governo regionale chiediamo di adottare al più presto misure specifiche per la riduzione di presenza nell’ambiente di pesticidi pericolosi per l’ambiente acquatico, nonché di attivare gli osservatori fitosanitari regionali affinché diano assistenza e informazione alle aziende agricole”.

Legambiente Basilicata è preoccupata perché, anche se dallo studio dell’Ispra giungono rassicurazioni che attestano che in Basilicata non risultano evidenze di contaminazione di pesticidi, la realtà è diversa.

Così come sottolineato dall’Istituto Ambientale:

“Il monitoraggio effettuato non è adeguato per rappresentare il reale impatto dei pesticidi e non consente di esprimere un giudizio adeguato sullo stato di qualità delle acque”.

Questo rapporto dunque si basa solo sui dati forniti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (ARPA).

Quello dei pesticidi è un grosso problema per la salute dell’uomo, dallo studio a livello nazionale è emerso anche che alcuni dei residui più frequentemente ritrovati nell’acqua da Ispra sono gli stessi ritrovati anche negli alimenti come il metalaxil, il boscalid e l’imidacloprid, fungicidi e insetticidi sistemici.

Come si evidenzia nel dossier Stop Pesticidi, il multiresiduo è aumentato negli anni e ha fatto registrare campioni da record: fino a cinque residui nelle mele, otto nelle fragole, quindici nell’uva da tavola, cioè in alimenti dalle ben note proprietà nutrizionali che però finiscono sulle nostre tavole carichi di pesticidi.