“Se mio nonno non fosse stato qui a Ruoti quasi sicuramente sarebbe stato deportato nei campi di concentramento”. Ecco le foto e la toccante testimonianza di Alan Davìd Baumann

“Se mio nonno Alessandro non fosse stato qui a Ruoti quasi sicuramente sarebbe stato deportato nei campi di concentramento e forse anche io non sarei qui”.

Più o meno questo il senso delle parole di Alan Davìd Baumann che ha incuriosito gli oltre 200 piccoli studenti dalla Primaria alla terza classe delle medie per “ricordare” il Giorno della Shoah con la testimonianza del nipote dell’ebreo Alessandro Baumann che fu internato a Ruoti dal ’40 al ’45.

E nelle parole tramandate dei ricordi sbiaditi del papà Alberto che in quel periodo aveva circa cinque anni, riecheggia quello della famiglia Sileo, nei pressi della chiesa madre di Ruoti che accolse e aiutò il nonno Alessandro.

Inizia con i nomi e i luoghi, il ricordo familiare quale “piccolo tassello dei sei milioni di altrettanti tasselli -afferma – che ricompongono la grande Storia con la “S” maiuscola”.

Dalla narrazione dello scrittore giornalista Alan Davìd, arricchita da proiezioni di immagini sfogliate dall’album dei ricordi della sua famiglia, è venuto fuori un percorso carico di pathos nella mattinata di ieri 31 gennaio presso il Polivalente “Tramutoli” di Ruoti dedicata alla Giornata mondiale della Memoria.

Tanti flash per ricomporre una pagina drammatica della storia dell’umanità.

Avevo 13 anni quando durante una gita nei luoghi di Anna Frank incontrai un signore che mi strinse la mano e si presentò, era il papà Otto Frank – dice mentre gli occhi sgranati dei presenti lo ascoltano meravigliati -, mi vengono ancora i brividi nel rievocare quel momento”.

Il racconto di Baumann prosegue per attraversare le parole del papà Alberto che si intrecciano nella grande storia.

Una pagina tutta particolare poi ed emozionante quella dedicata alla madre, Eva Fischer.

Una donna laureata all’Accademia delle Belle Arti, “Insieme alla madre e al fratello minore venne internata nel campo di Vallegrande (Isola di Curzola) sotto amministrazione italiana che non conobbe (Eva è lieta di dirlo) ferocia alla pari di quella nazista”.

Una donna che è un grande personaggio artistico, porta il suo nome la evafischerfoundation.

E nelle immagini proiettate alcuni momenti che l’hanno immortalata con, tra gli altri, alcuni cari amici come Salvatore Dalì, Carlo Levi, Cesare Zavattini. Salvatore De Chirico, Gregory Pack, Alberto Sordi e Giovanna Ralli e lo stesso Picasso.

L’evento, promosso e organizzato dal Comune di Ruoti e dall’assessorato alla cultura in collaborazione con l’associazione “Recupero tradizioni ruotesi” ha coinvolto anche i sindaci di Balvano e Bella, Ezio Di Carlo e Leonardo Sabato, per Baragiano l’assessora Valentina Faraone, con le rispettive Scuole (I.C. di Ruoti, Balvano, Baragiano e Bella) del territorio nonché l’I.C. “don Milani” di Potenza con docenti e Dirigenti scolastici (Lorenzo Rispoli e Marcella Marsico), nonché il Direttore della biblioteca nazionale di Potenza, Luigi Catalani.

A fare gli onori di casa il primo cittadino Franco Gentilesca che ha aperto i lavori richiamando il senso e la necessità del “ricordare e di farlo insieme.

Ha affermato:

“Non dobbiamo mai dimenticare quanto è importante e vitale per le nostre comunità conoscere e capire la storia.

Non si tratta di imparare delle date e dei nomi a memoria ma di trovare quella forza del bene e quei valori che hanno costruito Comunità capaci di vivere insieme nel rispetto di tutte le diversità”.

Con il sindaco Gentilesca, presente la vicesindaca Maria Troiano e l’amministrazione comunale tutta nonché una rappresentanza di cittadini, oltre all’assessore alla cultura Felice Faraone che ha moderato l’intero evento.

Un saluto è arrivato anche dalla DS don Milani di Potenza, Marcella Marsico che con i suoi alunni hanno donato al sindaco una serie di composizioni-lavori con messaggi di vita e pace.

I presenti si sono confrontati con un “testimone d’eccezione” che tra le numerose attività, dal 1998 al 2001 coordinatore per il Centro-Sud Italia della Fondazione “Survivors of the Shoah Foundation” di Los Angeles (U.S.A.), realizza assieme alla pianista Miriam Di Pasquale il concerto-teatrale “Musicaust” basato sulla vita di donne e brani musicali di compositrici che hanno patito la Shoah; inserito nel progetto “Ebrei per caso” con l’adattamento alle scuole “Uno, due, tre, Stella!”.

I presenti tutti porteranno a casa il ricordo di Baumann ma anche un impegno sollecitato dal suo intervento:

“Bisogna ascoltare i nonni, quello che ci tramandano, la loro saggezza ma anche i genitori.

Io non ho avuto la fortuna di ascoltare i miei nonni, ma solo i genitori”.

Ed è da quell’ascolto che dal 2001 lo scrittore Alan Davìd gira per le scuole e per le Università per commemorare il 27 Gennaio, data del Ricordo.

Un evento atteso dalle scolaresche che nei giorni scorsi si sono preparati con domande da rivolgere all’ospite e con performance musicali-artistiche.

E dalle domande le risposte che in sintesi risuonano con il seguente messaggio-monito: “Non c’è democrazia senza libertà”.

Ha detto al termine l’assessore Felice Faraone:

“Siamo contenti della buona riuscita del Ricordo, quanto ascoltato e narrato è stato possibile grazie all’impegno profuso per la documentazione e la conservazione, per questo è necessario trasmettere alle nuove generazioni il messaggio di custodire la memoria”.

Un momento comunitario molto sentito grazie anche alla collaborazione dei volontari “Vola” per il servizio accoglienza, e alla presenza dell’Arma, a rendere onore alla manifestazione.