UNIONI CIVILI? QUESTE LE DECISIONI DEL COMUNE DI POTENZA

Dallo scorso 29 Luglio è entrato in vigore il decreto 144 sulle unioni civili.

I Comuni dovranno predisporre i registri e stampare i moduli.

Sono state pubblicate (anche online) le formule, il rito e i testi per i verbali a cui dovranno attenersi gli ufficiali del Comune.

Diversi i comuni della Basilicata ad essersi immediatamente adeguati a questo decreto infatti anche nella nostra regione si potranno celebrare le unioni civili e regolare le convivenze di fatto.

Intanto le consigliere comunali, Lucia Sileo, Alessandra Sagarese, Vittoria Rotundo, Angela Balsi, Bianca Andretta hanno scritto, in una nota:

Le consigliere comunali della Città di Potenza, dal momento che tutti i comuni italiani sono tenuti a celebrare le unioni civili ove richiesto dal 29 luglio 2016, in data 02 agosto 2016 hanno con solerzia chiesto all’amministrazione di attivare tutte le procedure necessarie.

Le stesse evidenziano che l’Ufficiale di Stato Civile non può rifiutarsi di costituire un’unione civile laddove ne venga fatta richiesta e ne sussistano i requisiti, pena il configurarsi della severa fattispecie penale dell’omissione in atti di ufficio, come da ultimo statuito dal Consiglio di Stato”.

Il Sindaco di Potenza Dario De Luca e l’Assessora alle pari Opportunità Carmen Celi rendono noto che a partire dal prossimo 5 settembre sarà possibile prenotare la richiesta di costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso presso l’Ufficio di stato civile di Via Nazario Sauro.

Presso gli stessi uffici sarà possibile ottenere chiarimenti e informazioni sulla procedura, mentre sul sito del Comune di Potenza sarà attivata nei prossimi giorni una sezione dedicata alle unioni civili e le convivenze di fatto dove poter consultare tutte le notizie utili.

Dichiarano congiuntamente il Sindaco di Potenza Dario De Luca e l’Assessora alle pari opportunità Carmen Celi:

“Il Comune di Potenza ha già ricevuto richieste informali da parte di alcune persone che desiderano costituire ufficialmente la propria unione civile e dopo l’approvazione del cosiddetto decreto ponte, abbiamo attivato le procedure necessarie.

Le coppie che intendono unirsi civilmente dovranno presentare una formale domanda scritta, l’Ufficiale di stato civile avrà 15 giorni di tempo per verificare che non sussistano motivi ostativi, decorso tale termine la coppia dovrà concordare con l’ufficio preposto la data di comparizione dinanzi all’ufficiale di stato civile per dichiarare, alla presenza di due testimoni, la costituzione dell’unione civile”.

Commenta l’Assessora Celi:

“È finalmente un passo concreto verso il raggiungimento delle pari opportunità dall’unione, registrata nell’archivio di stato civile, discendono in concreto diritti e doveri ben definiti: l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione; l’obbligo per entrambe le parti di contribuire ai bisogni comuni, in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo.

Per la coppia è prevista la possibilità di assumere l’uno il cognome dell’altro, ma ci sono anche effetti molto pratici e concreti, come la comunione dei beni e la reversibilità della pensione e del Tfr maturato dal partner.

Credo che questa sia la vittoria più significativa per tutte quelle persone che da decenni nel nostro Paese attendono il riconoscimento di diritti e di un istituto legislativo che tuteli concretamente le loro scelte affettive. Il primo grande passo verso il traguardo della piena uguaglianza”.

Tutti gli interessati potranno rivolgersi all’ufficio anagrafe per chiedere informazioni o scaricare i moduli on line dal sito dei comuni.

Si tratta di una procedura burocratica che prevede nessun “marito e moglie”, né baci e nessuna domanda alla coppia ma va letto solo un semplice verbale.

L’ufficiale prende nota della richiesta dei due interessati che pronunceranno una formula dichiarando di:

“costituire, mediante la presente dichiarazione, l’unione civile tra di loro”.

Le formule pubblicate dal ministero con la firma di Angelino Alfano sono molte e coprono tutte le possibili varianti.

Prevista anche la formula da recitare quando l’unione è “celebrata” fuori dalla sede del Comune, possibilità data quando uno dei due uniti abbia portato il necessario certificato medico che stabilisce l’impossibilità di recarsi «nella Casa comunale».

C’è poi il modulo per la scelta del cognome e quello (ovviamente) per sciogliere l’unione.

Tanto per lasciarsi quanto per unirsi la procedura prevede due passaggi:

  • Bisogna prima presentare una domanda a cui il Comune risponderà con una data; Poi confermare.
  • Bisogna  presenziare entrambi alla registrazione del secondo verbale sia in un caso che nell’altro (con la mancata comparizione anche di uno solo che «equivale alla rinuncia»).

Nel formulario c’è infine anche il modulo per la costituzione di:

“un’unione tra coniugi a seguito della rettificazione di sesso di uno di loro”.

Come previsto dall’art. 5 del decreto firmato da palazzo Chigi il 23 luglio e dall’art. 1, comma 27 della legge, due coniugi possono dichiarare di «non voler sciogliere il loro matrimonio o di non volerne cessare gli effetti civili» e di costituire un’unione civile.

Queste formule e decreti sono ancora transitori perchè i definitivi arriveranno entro sei mesi dall’approvazione quindi entro dicembre 2016.