Basilicata: “La protesta in strada degli agricoltori è importante ma non può essere l’unico mezzo”. I dettagli

“Sono a totale disposizione di tutto il mondo agricolo di Basilicata per fare tutto il possibile e per provare a fare insieme a loro anche l’impossibile per tutelare questo settore così importante ma nello stesso tempo così fragile”.

Così l’assessore alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Basilicata, Alessandro Galella, che esprime la sua posizione sulla situazione agricola in Europa e le misure intraprese dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, rispetto alla Commissione Europea Von der Leyen.

Afferma Galella:

“In queste ultime settimane, l’agricoltura europea sta attraversando momenti di agitazione, e tale situazione ha avuto eco anche in Italia, incluso il territorio della Basilicata.

Mentre sostengo la mobilitazione in atto, è importante riflettere su alcune considerazioni chiave.

La protesta che ha avuto inizio in Germania è scaturita da decisioni radicali del governo di Olaf Scholz, che prevedono la revoca delle agevolazioni sui carburanti agricoli e un aumento della tassazione per il settore agricolo.

È fondamentale notare che tali misure non sono state ancora proposte o applicate dal Governo italiano.

Inoltre, il governo tedesco, così come la Politica Agricola Comunitaria, sta orientando l’agricoltura verso obiettivi di salvaguardia ambientale piuttosto che di protezione dei produttori agricoli, come evidenziato dalle politiche ‘green’.

Il Green Deal dell’Unione Europea è un piano ambizioso che mira a rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050.

Questo piano prevede l’adozione di misure per la riduzione delle emissioni di gas serra, l’incremento dell’uso di energia rinnovabile e il sostegno all’agricoltura sostenibile.

Tuttavia, ci sono degli svantaggi da considerare per l’agricoltura, in quanto potrebbe comportare un aumento dei costi di produzione, ostacolare gli agricoltori che utilizzano pratiche tradizionali e portare a una riduzione della produzione agricola con conseguente aumento dei prezzi alimentari.

È cruciale che l’UE e i suoi Stati membri adottino misure per mitigare questi svantaggi e assicurino che il Green Deal sia vantaggioso per tutti gli agricoltori.

È altresì importante notare che alcune delle normative proposte, come l’aumento delle superfici destinate all’agricoltura biologica, devono essere discusse e confrontate con le realtà nazionali.

Occorre porre rimedio al conflitto tra ambiente e agricoltura, un conflitto spesso ideologico e non reale, in quanto da un lato non si tiene conto del ruolo fondamentale dell’agricoltura nell’assicurare cibo e custodire l’ambiente e dall’altro si fatica a prendere atto che è necessario rivedere le modalità e i processi produttivi.

Questa distonia va risolta attraverso un corretto processo di transizione ecologica, basato sull’innovazione come mezzo per recuperare competitività all’agricoltura e, allo stesso tempo, favorire ogni forma di attenzione all’ambiente.

La stessa Politica Agricola Comune è già oggetto di verifiche sulla attuale conformazione in vista del prossimo periodo di programmazione.

Occorre tuttavia concentrarsi sull’attuazione del presente quinquennio di programmazione, per utilizzare al meglio gli strumenti che l’UE mette a disposizione degli Stati membri e delle regioni, per conseguire gli obiettivi che sono stati definiti a favore dell’agricoltura, della sua competitività, del reddito, del miglioramento delle performance ambientali e delle politiche di sostegno alle aree interne.

Mentre comprendo le motivazioni alla base delle proteste degli agricoltori italiani, come la difesa dei prodotti di eccellenza e la preoccupazione per le nuove tendenze alimentari, è essenziale riconoscere che alcune di queste preoccupazioni sono già regolamentate dalla legge, come nel caso della carne sintetica che è già vietata.

Rivolgendomi agli agricoltori che manifestano, sono al vostro fianco per valorizzare e premiare l’agricoltura italiana e lucana, ma vi esorto a non seguire acriticamente le azioni di altri paesi che stanno affrontando situazioni diverse.

Dobbiamo concentrarci su chi ha il potere di cambiare le cose e farlo attraverso metodi diversificati.

La protesta in strada è importante ma non può essere l’unico mezzo.

Occorre continuare sulla strada del confronto istituzionale, scevro da strumentalizzazioni, attraverso le organizzazioni di rappresentanza delle imprese, chiamate a svolgere la loro funzione sindacale e ad offrire la giusta assistenza tecnica agli associati.

Le associazioni di categoria devono tornare a svolgere il loro ruolo principale di pressione politica per rappresentare gli agricoltori.

Rivendico il diritto di ogni agricoltore che paga una tessera associativa di avere un’opera sindacale efficace e non vuota di significato.

Uniti possiamo raggiungere gli obiettivi comuni e garantire un futuro migliore per le nostre imprese agricole e i nostri figli, ricco di soddisfazioni.

La voce dell’agricoltura deve essere ascoltata, e insieme possiamo fare la differenza“.

(In copertina: immagine d’archivio).