Basilicata, pensionati in mobilitazione: “su previdenza e assistenza situazione non più tollerabile”! La denuncia

Anche la federazione dei pensionati della Cisl si stanno mobilitando per la manifestazione nazionale indetta dalla confederazione a Roma per chiedere modifiche sostanziali alla manovra economica, in particolare sul capitolo pensionistico.

Spiega il segretario generale della Fnp Cisl Basilicata Giuseppe Amatulli:

“Scenderemo in piazza per dire a Governo e Parlamento che su previdenza e assistenza è giunto il momento di cambiare registro.

Il costo che questa manovra mette a carico dei pensionati non è sopportabile anche perché negli ultimi vent’anni i pensionati hanno già pagato un prezzo alto con le varie riforme che si sono succedute.

È tempo di restituire alle pensionate e ai pensionati ciò che è stato tolto.

Il riferimento è in particolare alle misure sulla previdenza.

Le rigidità della legge Fornero continuano ad ingessare il sistema e a penalizzare chi dopo una vita di lavoro e sacrifici vuole andare in pensione.

Le categorie più penalizzate sono le donne e i dipendenti pubblici.

C’è poi la questione della rivalutazione che va ripristinata nella sua interezza, aumentando l’importo delle quattordicesime e la platea dei destinatari.

Serve poi una pensione contributiva di garanzia per i giovani e un maggior sostegno per la previdenza complementare.

Altro nodo spinoso della manovra economica è quello relativo al mancato stanziamento di risorse aggiuntive per la non autosufficienza.

La recente riforma del Parlamento per l’assistenza agli anziani ha necessità di risorse per camminare, altrimenti diventa una norma in bianco di puri principi.

Infine, per quanto riguarda il capitolo della sanità, gli stanziamenti previsti in manovra non sono sufficienti a recuperare i tagli del passato che stanno producendo oggi effetti devastanti per l’esercizio del diritto costituzionale alla salute, con lunghe liste di attesa e una drammatica carenza di personale, situazione che colpisce soprattutto i più fragili.

La tanto sbandierata medicina territoriale del PNRR per ora è solo uno slogan, mentre chi può continua ad emigrare per curarsi.

È una situazione non più tollerabile“.